Premiato con una targa il coraggio di Giovanni Amodio: «Ripartirò presto, senza mare non so stare»

di ROSITA SPINOZZI –

Ha ancora lo sguardo comprensibilmente smarrito, Giovanni Amodio, pescatore 35enne di Martinsicuro rimasto per quaranta ore in mare dopo che la sua imbarcazione si è capovolta, trascinandolo con sé, a causa delle reti rimaste impigliate nell’elica. L’uomo del miracolo, come è stato più volte definito dai media, ha ritrovato il sorriso e l’abbraccio collettivo non solo dei suoi cari, ma anche dei suoi concittadini e del mondo della marineria. Tutti hanno fatto il tifo per lui fino all’ultimo. E questa mattina è arrivato un riconoscimento per premiare la determinazione e il coraggio che mai hanno abbandonato Giovanni, instancabile lavoratore e uomo di mare. Il sindaco di Martinsicuro, Massimo Vagnoni; l’assessore alla pesca della Regione Abruzzo, Dino Pepe e il comandante della Capitaneria di Porto di Giulianova, Claudio Bernetti, hanno raggiunto Giovanni Amodio nella sua abitazione per consegnargli personalmente una targa “simbolo della caparbietà e forza dei pescatori martinsicuresi”. Due caratteristiche che Giovanni rispecchia pienamente, poiché adesso è diventato un po’ il simbolo del mondo della marineria che, nonostante le avversità, prosegue sempre a vele spiegate.

Le autorità, accolte dalla famiglia Amodio, hanno espresso parole di elogio e di speranza nei confronti di Giovanni e dei pescatori abruzzesi. «Giovanni rappresenta la forza e i sacrifici della marineria. Siamo qui per testimoniare la nostra vicinanza e quella del mondo delle istituzioni ad una famiglia che ha trascorso ore di angoscia nella speranza di ritrovare Giovanni, un uomo che oggi rappresenta per tutti uno stimolo per continuare a lavorare con impegno e soprattutto con sicurezza» afferma l’assessore regionale Dino Pepe che, dopo aver consegnato la targa ad Amodio, ha espresso sui social la sua emozione profonda nei confronti di questa vicenda «Porterò sempre con me l’abbraccio di una madre, lo sguardo luminoso di una moglie e la gioia del piccolo Renato che custodiscono con amore il tesoro ritrovato dopo tante preghiere e tanta angoscia».

Parole condivise anche dal sindaco Vagnoni che, oltre ad esprimere solidarietà per l’accaduto, augura a Giovanni di ripartire al più presto per un futuro migliore. Parole di entusiasmo anche da parte del comandante Bernetti che, insieme alla Capitanria di Porto di Giulianova, ha sempre dimostrato fermezza nel credere che Giovanni fosse vivo, tanto da non interrompere mai le ricerche neanche di fronte a quella che, inizialmente, poteva apparire una realtà negativa. Epilogo positivo, dunque. Giovanni è consapevole del pericolo a cui è sfuggito, ma l’abbraccio di suo figlio Renato, la forza emotiva di sua moglie Rossana unita all’amore dei suoi cari, sono le migliori “medicine” per il corpo e per l’anima. E adesso si riparte, Giovanni è pronto. Domani andrà a vedere in che stato si trova la sua imbarcazione. Inizia così un nuovo capitolo della sua vita. In mare. Perché lui, malgrado tutto, non ha paura. «Il mare è il mio lavoro. Io senza mare non so stare». Beata semplicità. Questa frase di Giovanni è più efficace di qualsiasi articolo. Buona fortuna, grande uomo di mare!

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