di GIAMPIETRO DE ANGELIS –
Ci sono frasi che ci appartengono, sono mattoni essenziali di un edificio perennemente in cantiere. Frasi come “La vita è un cammino” le abbiamo pronunciate tutti. Ci siamo soffermati, analizzati e soppesati, nel lento percorso, tra sogno e realtà, tra consapevolezze e identificazioni di ruolo dove è facile confondersi, non riuscendo più a distinguere i paradigmi che diventano mondi paralleli. Quella frase è speculare, possiamo invertirla in “Il cammino è la vita”. Sembra la stessa cosa, in realtà è un profondo cambio di visione. Occorre fare ricorso ai miti, per rendersene conto. Avete presente Sisifo? Nell’interpretazione che ne fa Albert Camus, noi siamo posti nel centro esatto di noi stessi, ponendoci il quesito di una scelta essenziale: se siamo vittime del cammino – delle avversità dell’esistenza – o “siamo” il cammino, dove ogni storia è la propria, è esperienza, è un viatico, un cantico delle creature che trova luce anche nel diluvio. Ogni storia è l’acqua di lago dove lentamente affiora ciò che era sopito ed aveva bisogno dell’occasione per emergere e rivelarsi a noi. Sisifo sceglie. Decide che è padrone del proprio destino, non quello della situazione, ma quello della reinterpretazione, della cura delle emozioni, del cambio di visione, scoprendo un’infinità di aspetti resilienti che altrimenti non avrebbe mai conosciuto. Sisifo vive, egli “è” il cammino, l’artefice di un qui ed ora perfetto, sempre diverso pur nella stessa scenografia che, nel suo caso, si ripete perenne. Camus afferma: “Bisogna immaginare Sisifo felice”.
Ed ecco il senso del libro “Ti porto dove batte il sole” della psicologa marchigiana Raffaella Caponi: la felicità ritrovata, non pretesa, ma come dono naturale imparando ad accettarsi, ad osservare comprendendo ogni interazione, trovando il modo, ed il tempo, di mettere tra le priorità il benessere interiore, quel “Sé” che è il tutto. Raffaella Caponi mette a nudo se stessa, parla da donna a donna, coinvolge e rassicura, sprona e incoraggia. Si rivolge a tutte le donne perché, sappiamo, ogni donna è una moltitudine, che sia madre, moglie e amante, attenta all’immagine esteriore e professionale o alle esigenze della casa. La donna avverte su se stessa il peso della storia, quell’essere contesa dentro infiniti e strazianti stereotipi che ritroviamo, pur in forme diverse, in tutte le culture. La donna. Più che mai è l’incarnazione sisifica, colei che deve fermarsi un attimo – e ogni attimo racchiude uno spazio quantico infinito – e riprendersi il tempo, saper guardare il centro di se stessa e da quel centro riallineare sentimenti, sogni, aspirazioni, superando sensi di colpa e inadeguatezze: strumenti di un cambiamento attivo che porta avanti un percorso di costante crescita nella consapevolezza.
Il libro è di piacevole lettura, con linguaggio immediato ed empatico, ricco di aneddoti e storie vissute, reso fruibile anche con esempi ed esercizi applicabili. Raffaella Caponi, psicologa di formazione, fa ampio riferimento anche alla pratica della mindfulness, di cui è esperta. La mindfulness aiuta ad avere una piena consapevolezza di sé, una lucida visione, il risveglio delle percezioni, superando inquietudini e tensioni. È una pratica che attinge alle radici storiche della meditazione, adeguandola ai nostri tempi, diventando una vera e propria filosofia di vita, affinché ogni attimo sia vissuto nella pienezza e con la partecipazione dei propri sensi. Il libro, come detto, si rivolge alle donne. Un aspetto, questo, che appare una scelta di campo, ma il linguaggio e i concetti esposti riguardano tutti noi. È utile leggerlo a prescindere dalle aspettative e dal genere perché fornisce molti elementi di riflessione e comprensione affinché la vita sia Vita e affinché ognuno possa idealmente sedersi in quel lato del giardino dove batte il sole e, finalmente, goderselo appieno e senza fretta e senza rimorsi, sapendo, oltretutto, che ogni nuova ombra lascerà spazio ad altra luce.
Copyright©2024 Il Graffio, riproduzione riservata
