Una tesi “Diabolika” con tanto di…Graffio

di ROSITA SPINOZZI –

La straordinaria tesi di laurea di Francesca Luzi, “Il codice Ricci”, arriva nella redazione del Graffio. Una monografia che è un piacere avere tra le mani, leggerla ancora di più –

A volte i sogni diventano realtà, nel mio caso grazie al grande illustratore e fumettista Angelo Maria Ricci, straordinaria “matita” di Diabolik per la Astorina: un artista geniale che vive e lavora a Grottammare, città da lui amata al punto tale da averne inserito panoramiche all’interno del fumetto, oltre ad alcuni volti di amici. Compreso quello della sottoscritta. Ma andiamo per ordine e torniamo un attimo indietro nel tempo, quando c’era un’adolescente che si dilettava a leggere Diabolik, affascinata dallo sguardo magnetico del personaggio e, soprattutto, dalla sua straordinaria abilità nel mettere a segno i colpi arrivando alla meta sempre prima dell’ispettore Ginko. Quell’adolescente ha poi deciso di intraprendere la carriera giornalistica e, circa vent’anni fa, ha incontrato nel suo cammino “Diabolik in carne ed ossa”: da un’intervista durante il festival “Acquaviva nei Fumetti” – complice l’amico Michele Rossi, deus ex machina dell’evento – è seguita un’empatia immediata che si è trasformata in una solida amicizia. Ed è così che Angelo ha dato il mio volto al procuratore Daniela Stefan nel numero di Diabolik intitolato ‘La serpe in seno’ (Anno XLIV-N.3). Ma non si è limitato soltanto a questo perché, l’amicizia di cui mi onora, lo ha portato a seguire tutti i miei percorsi umani e professionali al punto tale da aver ideato e realizzato il logo della redazione Il Graffio.

Ed ora facciamo un balzo avanti nel tempo e andiamo a Grottammare, dove la bravissima studentessa universitaria Francesca Luzi, folgorata anche lei dal talento di Angelo, decide di dedicargli la propria tesi di laurea. Nasce così “Il codice Ricci”, una monografia tutta da scoprire. Francesca ha conseguito un Corso di laurea magistrale in Design della Comunicazione Visiva e Multimediale all’Università IUAV di Venezia e, il 4 aprile 2018, si è laureata con votazione 110/110. Relatore, il prof.Paolo Palma. Nella sua tesi sono riportati i personaggi locali che Ricci ha inserito nei numeri di Diabolik: Filiberto Verdecchia, Michele Rossi, Rosita Spinozzi, Francesco Colella. Ad ognuno ha dedicato uno spazio, dando l’opportunità di esprimere la propria emozione a riguardo. Numerosi e caratteristici i luoghi che Ricci, di volta in volta, ha omaggiato inserendoli nel fumetto: Castello della Rancia di Tolentino; Kursaal, Villino Matricardi, Villino Ricci, Villino Flajani, Fontana dell’angioletto, Scoglio di San Nicola, Palazzo Citeroni e Paese alto di Grottammare; Pub Boccaccio di Ascoli Piceno. Il lavoro effettuato da Francesca è eccellente, la tesi è molto innovativa nella forma e nei contenuti, tanto che averla tra le mani è un piacere, leggerla ancora di più.

«Questa monografia prende vita dalla volontà di raccontare la personalità artistica del fumettista Angelo Maria Ricci, in particolare il suo lavoro presso la casa editrice milanese Astorina, la quale dal 1962 pubblica con successo i fumetti di Diabolik. – spiega Francesca Luzi – Una fitta rete di relazioni intercorre, infatti, tra la vita reale ed il lavoro di Ricci, il quale afferma: “Tutto ciò che mi capita, leggo, vedo al cinema o in televisione, lo riporto in funzione di Diabolik, cercando di memorizzare immagini, situazioni o personaggi.” È perciò da questa forte connessione che nasce l’idea di questa ricerca. Il volume, realizzato dopo un attento studio del fumetto ed un’analisi degli albi di Diabolik disegnati da Ricci, vuole analizzare i vari aspetti di quest’ultimi, classificando le singole vignette, estrapolate dal contesto della storia, e raccolte, invece, per argomento, in base agli elementi che le compongono. Un doppio livello di lettura caratterizza dunque la monografia. Un primo livello analitico-scientifico, di enumerazione e catalogazione delle vignette, al quale si sovrappone un secondo livello, quello del ricordo di Ricci, il quale, attraverso racconti ed immagini, testimonia il punto di partenza e le ispirazioni riprese dalla quotidianità per la rappresentazione di molti elementi e soggetti che ritroviamo nelle tavole del Re del Terrore. Da qui, il nome della monografia, “Il codice Ricci”, poiché il libro va a scoprire, a decodificare i segni lasciati dal fumettista di se stesso e del proprio vissuto, uno su tutti, la sua firma segreta». Grazie, Francesca. Adesso Angelo, tu ed io siamo davvero inseparabili.

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