Scomparsa la fiction resta la nostra bellissima città

di ROSITA SPINOZZI –

Senza tanti giri di parole: “Scomparsa” è una brutta fiction da dimenticare, mentre San Benedetto del Tronto è una splendida città da ricordare. Gli ascolti che hanno premiato anche la quinta e ultima puntata – 6 milioni e 600 mila spettatori – sono merito non di una storia che, da sola, non si reggerebbe in piedi neanche con l’ausilio di un bastone, né tantomento dei due attori protagonisti che abbiamo visto recitare molto meglio in altre fiction, ma di una San Benedetto del Tronto bella come non mai e valorizzata da riprese mozzafiato. Siano benedetti i droni, che ci hanno rinfrescato la memoria sulla magnificenza del nostro panorama visto dall’alto. Forse è questo l’unico merito che si può attribuire a “Scomparsa”, ossia aver saputo rendere “giustizia” con ottime inquadrature alla bellezza della nostra città. La trama, però, ha indispettito parecchi sambenedettesi che hanno puntato il dito contro la fiction, prodotta da Endemol Shine Italy e diretta dal regista Fabrizio Costa, rea di aver trasformato la Riviera delle Palme in una sorta di “Sodoma e Gomorra”, in cui impazzano bambini con manie suicide, adolescenti impasticcati, giovani dubbiosi sulla propria identità sessuale, spacciatori che spuntano qua e là come funghi, ragazzine gaudenti e disinibite, e via dicendo perché la lista è lunga. Ciliegina sulla torta, si fa per dire, la clamorosa esclamazione “San Benedetto è una città di merda”. Apriti cielo! Non si può sopportare tanto. In realtà trattasi di finzione scenica, perché quella fiction avrebbe potuto essere ambientata in qualsiasi altra città. Non sarebbe cambiato nulla, a livello di epiteti e trama. Semmai sarebbe cambiata la bellezza del luogo. Però fa un certo effetto sentir pronunciare invano il nome della propria città, per di più abbinata a episodi non certo edificanti. Eppure la magnificenza del luogo resta invariata, ed è questo che conta a livello promozionale. Personalmente ho gettato uno sguardo su “Scomparsa” solo per vedere San Benedetto, e ho avuto un tuffo al cuore nel riconoscere luoghi a me familiari che, questo bisogna ammetterlo, la fiction ha saputo valorizzare (soltanto) da un punto di vista estetico. Se poi Vanessa Incontrada ha qualche chilo in più, oppure Giuseppe Zeno qui è “bello ma non balla”, sinceramente non m’importa un fico secco. Mentre m’importa della straordinaria visibilità che ha avuto San Benedetto del Tronto, e delle tante persone che magari sceglieranno la nostra città per le vacanze. Tanto per fare un esempio, in questi giorni i miei genitori hanno ricevuto la telefonata di alcuni parenti lontani che, dopo aver visto la fiction, sono stati colti da nostalgia per i nostri incomparabili luoghi tanto da voler tornare anche solo per un week end. Del resto se la deliziosa casa che si affaccia sul mare del commissario Montalbano è diventata luogo di “pellegrinaggio turistico”, peraltro assai costoso, grazie alla fortunata serie televisiva tratta dai romanzi di Andrea Camilleri (qui siamo davvero su un altro pianeta, altro che “Scomparsa”!), magari il nostro storico Hotel Progresso potrebbe sortire un effetto, se non analogo, almeno simile. Tanto più che, dati Auditel alla mano, circola nell’aria l’ipotesi di Scomparsa 2. Tutto il resto è noia, come direbbe Il Califfo.