La storia di Jack: musica a 432hz e magnetoterapia, un binomio che funziona

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Jack è un golden retriver di 8 anni che   vanta un curriculum di tutto rispetto. Attività nella Residenza Anziani anche con la clown-animazione, giornate in compagnia dei bambini in centri per l’infanzia, premio speciale per l’impegno nel sociale al concorso “Incondizionatamente Amici 2015” a San Benedetto del Tronto. Un nuovo Progetto Erasmus europeo con partner dalla Grecia Uk Belgio e Polonia dove nel territorio piceno Jack sarà coinvolto in un progetto di pet e clown terapia dal prossimo anno 2021. Un giorno però Jack incomincia a zoppicare e da assistente nelle attività sociali diventa un cane da assistere. «Jack ha dovuto fermarsi per una zoppia alla zampa destra, – spiega Alceste Aubert, operatore sanitario che opera volontariamente nelle strutture socio-sanitarie del territorio. – Ho voluto provare con la magnetoterapia applicando i magneti nell’arto dolente e, dopo un ciclo di terapia accompagnata a della musica a 432 hz, il cane ha ripreso a correre. Una esperienza indimenticabile per il benessere dei nostri cari animali. Un ringraziamento va alla azienda “Relax il vivere bene”  di Mauro Monaldi per avermi fornito il dispositivo Magnetovet».

Magnetovet ha soprattutto effetti antinfiammatori, antalgici, di riparazione tissutale (facilitando soprattutto il consolidamento osseo anche dopo frattura), vasoattivi, nonché una generale azione di riequilibrio, defaticante e rilassante anche dopo allenamenti e gare. Secondo il biologo molecolare Emiliano Toso la musica da tutti i popoli del mondo viene usata come strumento di guarigione fisica, emotiva e spirituale. È definita il linguaggio universale. «Centinaia di articoli scientifici pubblicati sulle riviste più importanti quali Nature, Science, descrivono come cambia la biochimica del corpo quando i suoni dalle orecchie arrivano al cervello che rilascia messaggeri biochimici. – afferma Aubert – Si è visto come la musica riesca ad abbassare i livelli di stress che sappiamo essere la causa della maggior parte delle malattie. Negli ultimi anni si stanno studiando anche gli effetti biofisici nel corpo, il suono arriva oltre che dalle nostre orecchie anche attraverso tutta la pelle e nella nostra acqua cioè arriva una informazione a tutte le nostre cellule».

«La musica che compone ha una tonalità di 432 Hz poiché, rispetto a quella standard utilizzata ora nel mondo che è accordata a 440 Hz, è più affine ai suoni biologici della natura, alle nostre cellule. – conclude – Inoltre penso che l’intenzione con cui si suona, con cui ci si predispone a suonare, in un reparto di ospedale o in un concerto in teatro, sia la chiave fondamentale affinché il messaggio possa arrivare il più lontano e il più profondo possibile riuscendo a diffondere armonia, salute e amore».

Copyright©2020 Il Graffio, riproduzione riservata

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23541122/