Walkers e l’attimo fuggente

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Nelle luci del tramonto, quando il mare è quieto e si veste di colori più vicini al mistero che alla realtà, i walkers sono là, sul bagnasciuga compatto, con le scarpe adatte ad una camminata energica, la felpa antivento, il berretto e lo sguardo all’orizzonte. È l’attimo fuggente che resta nel cuore e nella mente. L’attimo di una consapevole o inconscia meditazione mentre ognuno prende i suoi bastoncini. Il walker infila una mano e poi l’altra nei tipici guantini, ne regola la fasciatura che deve essere salda e confortevole, separando il pollice dalle altre dita che andranno a far presa sull’impugnatura rivestita di sughero. Poi darà uno sguardo all’asta che nella sua forma snella è un concentrato di tecnologia. Per poter essere resistente ma leggera,  garantendo elasticità e bilanciamento, è realizzata prevalentemente con metalli nobili e leghe speciali, talvolta in fibra di carbonio o in titanio. Ciascuno conosce bene i propri bastoncini da camminata nordica, ma non può fare a meno di osservarli ogni volta che si appresta al percorso. Sa che molto dipenderà da essi. Il bastoncino non è una variante, rappresenta la spinta attiva, il contributo fondamentale per una camminata che coinvolge tutto il corpo, i principali gruppi muscolari, la postura corretta. Farà affidamento su di essi, sulla propria determinazione e sul piacere di sentirsi un tutt’uno con i componenti del gruppo. Il walker assapora tutta la libertà di essere egli stesso natura che vive, si muove in sintonia con il sole che tramonta, la brezza che si alza, il ritmo armonico della risacca, la morbidezza del bagnasciuga: un inno alla liberazione dai pensieri inutili e dai legacci del quotidiano.
Ci si guarda ancora un attimo gli uni con gli altri e si va. Inizia la camminata, fluida ma vigorosa, il busto eretto ma non rigido, lo sguardo dritto a sé senza mai perdere di vista quegli elementi che di volta in volta rappresentano il contesto. Quando la luna è piena, o in una delle sue fasi, quando le nuvole giocano a fare il design del cielo, quando l’aria si mostra in tutte le sue declinazioni e i colori cambiano con le ore e le stagioni, abbiamo l’ambiente dove il walker si muove come in un pianeta nuovo e vitale, vero e armonioso. E riscopre, ogni volta, le sue motivazioni. Il camminatore del Nordic Walking non pensa più ai benefici fisici, questi sono già ben collaudati e verificati. Passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, tutto il corpo è in movimento, ma non solo nei muscoli, tendini e articolazioni. Il vero lavoro è nella mente e nella psiche. Ad ogni spinta dei bastoncini, ad ogni nuova impronta sulla sabbia, come sul prato o sul sentiero, si lascia indietro ciò che non serve e si entra sempre più in uno stato di quiete mentale, di rinnovato benessere interiore, di equilibrio in ciò che è. Il camminatore assapora tutto il suo “qui ed ora” e non c’è stanchezza. L’energia che si attiva nel coordinamento della falcata, il respiro regolare, il bilanciamento posturale, fanno si che andresti avanti per ore, sereno. Scopri che la semplicità delle cose è quanto di meglio si possa avere, che si può essere in forma e grati per ogni cosa che incontri, per ogni sorriso di chi ti cammina vicino, per ogni scherzosa battuta o per quell’aneddoto che senti raccontare. Si dialoga senza dimenticare il ritmo, si parla nella piacevolezza di quell’oasi mentale o semplicemente si guardano le impronte di chi è davanti, concentrato su di sé, senza competizione se non con il proprio incedere, per sentire fino in fondo il proprio microcosmo.
Risuonano le parole di Gian Maria Polidoro: “Che cos’è un passo? È il possibile di fronte al tutto”. Camminare è un’esperienza, un’esplorazione esistenziale. É vita.