“Se ami qualcuno dillo”, i ricordi preziosi di Marco Bonini

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

É Longanesi la casa editrice che firma l’esordio letterario di Marco Bonini, noto attore teatrale e cinematografico, oltre che sceneggiatore e produttore, vincitore del Premio Elsa Morante 2019, celebre protagonista di decine e decine di fiction televisive di successo, ospite del Circolo Nautico di San Benedetto del Tronto, ieri sera, 21 luglio, nell’ambito degli “Incontri con l’autore” organizzati dall’associazione “I luoghi della scrittura”. Un titolo che è più di un’esortazione, – “Se ami qualcuno dillo”- è già di per sé un romanzo, una storia compiuta.

Esprimere i propri sentimenti non è facile, specie nei rapporti padre-figlio. “Se ami qualcuno dillo” è la storia di quattro generazioni di uomini che hanno tutti lo stesso grave problema: una cardiopatia congenita. Nonno Marco è morto d’infarto a soli 50 anni e anche suo figlio Sergio ha un infarto alla stessa età, ma sopravvive. Dopo un lungo periodo di coma, si sveglia senza più la memoria della persona che era, ossia un maschilista. Non per scelta, quanto piuttosto per educazione ricevuta. Un padre padrone che non aveva accesso ai propri sentimenti perché gli era stato insegnato che non sono cose da maschi. Sergio ha riaperto gli occhi, ma non sa più fare nulla. Non sa camminare, non sa parlare, neppure risconosce le persone, però incredibilmente gli riesce l’unica cosa di cui non sembrava capace: amare. Qualcosa che ha conquistato a prezzo di tutto il resto e che sconvolge suo figlio Marco, che per tutta la vita ha combattuto contro un padre anaffettivo e che ora, invece, lo scopre umano e sensibile proprio perché ha perso la memoria di ciò che gli era stato trasmesso dalla generazione che l’aveva preceduto. Marco sa di soffrire della stessa cardiopatia e seguirà la medesima sorte di Sergio se non interromperà la trasmissione di questo messaggio di non amore anche a suo figlio Rinaldo. Decide quindi di sottoporsi alla stessa riabilitazione cognitiva a cui viene sottoposto il padre e cancellare volontariamente quello che suo padre, invece, ha perso casualmente.

Narrato in prima persona e connotato da forti elementi autobiografici, “Se ami qualcuno dillo” scorre molto piacevolmente e si legge tutto d’un fiato. Una commedia amara come può esserlo la vita, un romanzo che ha risvolti filosofici e politici, una storia che è LA storia. L’analisi di quella cultura maschilista che per millenni è stata tramandata come un virus di padre in figlio e da cui il protagonista prende le distanze, perché di non amore si può morire. «La sola, vera terapia è resettare la memoria del cuore, rimuovere il messaggio sbagliato, sostituire la figura del padre padrone che impone le regole con la forza con la figura del padre autorevole, credibile, che sa anche ascoltare e confrontarsi in maniera adulta coi figli».

Si dice che ciò che distingue uno scrittore dagli altri non sia tanto il contenuto della storia che racconta, quanto piuttosto la penna con cui la scrive: Bonini ha scelto di usare come inchiostro ciò che gli scorre nelle vene, ha riempito le pagine di ricordi preziosi e riflessioni importanti, momenti divertenti e dialoghi irresistibili, ma anche emozioni forti che il lettore avverte come autentiche, profondamente vere. Questo è forse il segreto del grande successo del libro, ciò che lo distingue dagli altri e che lo rende indimenticabile.

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