“Poldismo e…tracce di Boopismo”, la vulcanica creatività di Vincenzo Mollica

(foto di Luigi Ottaviani)

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Ci sono persone che sorprendono, anche quando credi di conoscerne qualità e competenze. Tra queste c’è Vincenzo Mollica. Per rendersene conto è sufficiente osservare con la dovuta calma e con attenzione la mostra in corso, fino al 5 maggio, presso la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, allestita con l’esperienza di Leart Culture e con un titolo che già da solo è un programma: “Poldismo e…tracce di Boopismo”. L’esposizione, su entrambi i piani della Palazzina, comprende circa 80 opere di Mollica e alcuni disegni di Andrea Pazienza che è stato suo grande amico. Tutti sappiamo che il giornalista è sempre stato appassionato di fumetti, oltre che di cinema, e che nell’arco della sua straordinaria carriera ha coltivato amicizie a tutti i livelli, come quella con Federico Fellini, altro formidabile disegnatore. Visitare la mostra aggiunge elementi nuovi. Si comprende che la creatività di Mollica va oltre il semplice virtuosismo che probabilmente neanche gli interessa, ma piuttosto cerca nuovi canali comunicativi, traccia legami altrimenti impossibili, osa inoltrarsi nella fumettistica e nel disegno con chiavi di lettura originali.

Aldo Grasso, che ben lo conosce come persona eclettica, dice di lui: «È un libro parlante, una sola moltitudine di arguzia e sapienza, un’intelligenza acuta che si è fatta TV». Ecco, l’intelligenza arguta, quasi insospettabile dietro quel sorriso bonario e accogliente, mai sopra le righe. Ma Vincenzo è anche uomo di sconfinata cultura ricca di aneddoti nel mondo cinematografico e televisivo, come nell’arte in genere. Ho avuto la fortuna di visitare la mostra con la guida esperta di Matilde Menicozzi, tuttora grande amica del giornalista e per molti anni assessore alla cultura del Comune di Grottammare. Matilde ha incantato tutti i presenti parlando dell’autore, del suo mondo, di quella mostra e i suoi personaggi.

Cosa significano “Poldismo” e “Boopismo”? Con una ironia travolgente, Mollica ha disegnato Poldo, l’amico fedele di Braccio di Ferro, in molti contesti diversi, talvolta (spesso) con incursioni nel mondo di altri celebri personaggi, con atteggiamento divertito, civettuolo, furbesco. Da tutto questo il termine “Poldismo”. Sostanzialmente, un intero piano è dedicato a Poldo, Braccio di Ferro e Olivia, l’altro a Betty Boop, personaggio dei cartoni animati ispirato a Helen Kane, cantante americana del Bronx. Anche Betty, nei disegni di Vincenzo Mollica, “entra” in altri mondi, si sostituisce ai personaggi dei cartelloni cinematografici, invade, stravolge e fa propria la rappresentazione scenica, mantenendosi Boop: ed ecco il “Boopismo”.

Va detto che la mostra contiene anche altro, come la collezione “I ritratti infondati” e il pupazzo Paperika, disegnato da Pazienza come omaggio all’amico. Nella stessa sezione ci sono diversi disegni di Paz. Vincenzo ha sempre disegnato, fin da bambino, tenendo a specificare che non è un fumettista professionista, piuttosto la matita e i colori sono gli strumenti di un viaggio ideale, quello della fantasia, tra ironia e gioco, sogno e realtà, per dare senso al momento, dignità filosofica a quel tempo quotidiano che non va svilito. Ogni attimo è vita, l’occasione perfetta per osservare, interagire, immaginare con creatività, mantenendo la saggezza delle scelte semplici, accoglienza e benevolenzae, credo, l’umiltà di non prendersi troppo sul serio.

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(Foto di Luigi Ottaviani)