Roberto Ottaviano & Pinturas, jazz dai colori di Puglia al Cotton Lab di Ascoli

di PIER GIORGIO CAMAIONI (PGC) –

Colorate pitture di Puglia. Roberto Ottaviano & Pinturas: Roberto Ottaviano sax,  Nando Di Modugno chitarra, Giorgio Vendola contrabbasso, Pippo D’Ambrosio batteria, Cotton Lab di Ascoli Piceno, 26 gennaio 2024, ore 21 –

Al Cotton Lab c’era oggi in concerto “A che punto è la notte”, l’ultimo CD di Roberto Ottaviano & Pinturas: tornando in auto, nella nebbia, pensavo a come raccontarlo, questo jazz “pugliese” (che a me pugliese non dice niente) che è forse diverso ma come diverso non so, che pare più difficile, più lento, più quieto… ma da dove comincio, devo pensarci su… mica puoi dire bravi e basta, mica puoi cincischiare sui quattro annaspando nel mare della loro sapienza tecnica, che poi a chi frega… Insomma ero a quel punto della notte che… basta, dormi! Neanche in testa qualche rimasuglio di nota, quelle sono già via, le potresti solo pensare, ah, ecco, le pensi! Non succede sempre. Solo col jazz che parla, che rischia, che vale, che vola.

Poi la scelta del titolo. Roberto Ottaviano per i suoi singoli haiku musicali dice di aver scelto “A che punto è la notte” di Fruttero e Lucentini perché può racchiudere in sé molte altre atmosfere e richiami di sapore letterario (da Il buio oltre la siepe a Il lungo sonno a Tenera è la notte), per indagare nei naufragi esistenziali che ci angosciano nelle notti buie. E Pinturas, evocando “Avalanche” di Leonard Cohen, è come una piccola lanterna in questa ieratica ricerca di chi è andato via, nel buio. Vado riassumendo come posso, per dire che la penultima di copertina di questo CD va letta e meditata: perché, in questo jazz educato e brillante, ti fa da guida. Testi così belli e intensi sono rari nelle architetture dei CD, ma in quelle di Ottaviano è normale.

Allora sì che Pinturas-Pitture può essere il baricentro del titolo specularmente al buio della notte, nel senso che la musica di Roberto Ottaviano & C. evoca proprio delle pitture colorate, arcaiche o moderne, resistenti come quelle rupestri o volatili come d’arcobaleno. Altro che le “pitture nere“ di Goja, anche se conservano un po’ di malinconia. E poi “di Puglia”, intanto perché i quattro sono in sostanza baresi (qualcuno tradito pure dal cognome…). Ed è jazz dai colori di Puglia, se ascolti con gli occhi la chitarra di Nando Di Modugno produrre tutti i toni azzurri dell’increspato Adriatico; il ventoso e terrestre contrabbasso di Giorgio Vendola rumoreggiare di verde e marron della garganica Foresta Umbra; la batteria essenziale di Pippo D’Ambrosio dar chiare “spazzolate” (pennellate) barocche di grigio, il sax soprano d’oro di Roberto Ottaviano spaziare con eleganti acrobazie su tutti gli altri colori acuti, che in certi guizzi velocissimi – si sa – diventano bianchi.

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