di RAFFAELLA CIUFO –
“Lo zafferano rende il cuore felice”. In un testo della dinastia Mongola si diceva così di questa spezia, che noi per lo più utilizziamo solo per insaporire le pietanze. In realtà, recenti studi scientifici stanno riscoprendo i suoi benefici sull’umore, come già asseriva la tradizione popolare di secoli fa sia in Europa, che in Medio Oriente e Cina. Persino Avicenna – considerato il padre della medicina moderna – gli attribuiva proprietà antidepressive, antinfiammatorie, epatoprotettive e persino afrodisiache. Come accennato sopra, oggi alcuni studi – ma sono tuttavia necessarie ancora ulteriori conferme – hanno in effetti dimostrato le proprietà terapeutiche dello zafferano, confermando quelle come erano conosciute dalle tradizioni popolari. Da qui la realizzazione e la messa in commercio di integratori contenenti l’estratto secco della spezia, che vengono indicati per disturbi digestivi, sindrome premestruale, depressione, ansia e insonnia. Considerate le premesse, non possiamo affermare con assoluta certezza l’efficacia di tali integratori, anche se numerose persone hanno segnalato di trarne beneficio. C’è tuttavia un’altra variabile, ovvero che ogni fisico risponde a suo modo e dunque quello che è efficace per l’uno, potrebbe essere acqua fresca per l’altro. Però, perché non tentare? Un tentativo non può certo fare danno. Alla peggiore delle ipotesi, visto che lo zafferano non è comunque nocivo, e non farà alcun effetto.
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