Salviamo il Madonna del Soccorso: «Il Comitato è aperto a tutti, abbiamo la nostra credibilità»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Il Comitato è aperto a tutti coloro che ne condividono gli scopi, non è previsto curriculum né esame di ammissione». É quanto affermano i membri del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”, i quali tengono di nuovo a precisare la loro lontananza nei confronti di aderenze politiche, dopo le polemiche scaturite  dalla reazione del Pd dopo l’incontro pubblico sulla sanità. «Gli scopi dichiarati ed effettivi consistono nel difendere il nostro ospedale dagli attacchi e dalle espoliazioni subite almeno negli ultimi 15 anni, nella generale tutela dei nostri servizi sanitari e del diritto a cure fornite dal servizio pubblico. Appare chiaro che il Comitato, con la sua opera di sensibilizzazione, denuncia dei fatti, esame dei dati e degli atti regionali e delle autorità sanitarie, ha posto, esso solo, un freno al progetto in corsa dell’ospedale di Pagliare, del connesso project, della chiusura del Madonna del Soccorso come ospedale per acuti. Unica voce coraggiosa ed irriducibile, diventando scomodissimo ai centri di potere e ai soggetti dominanti che fanno capo ad un unico e preciso centro di riferimento politico».

Aggiunge il Comitato: «Non vediamo alcuna ragione per cui gli elementi che, impegnandosi costantemente per gli scopi di rilievo sociale e pubblico, non debbano acquisire indirettamente consensi (chi altrimenti dovrebbe portare avanti e rappresentare gli interessi comuni, contrapposti a quelli particolari?), ciò sarebbe sleale e censurabile ove si utilizzassero informazioni errate, scorrette, gratuitamente denigratorie e manipolate, cosa mai verificatasi e comunque dimostratelo se ritenete sia accaduto, ed oltretutto perseguibile penalmente.

Del resto non sappiamo quanti comitati, grazie alla credibilità guadagnata, siano stati ricevuti ben tre volte dal Presidente della Regione nel giro di un anno, ma crediamo molto pochi. E nessuno può biasimarci se, una volta avvedutici che tale apparente dialogo era solo un tentativo per temporeggiare e blandirci, la nostra opera per smantellare i capisaldi del degrado sanitario sia diventata ancor più alacre e certosina, mentre per alcuni la campagna elettorale ha preso il sopravvento sull’obiettività e sugli obiettivi».

«Ci hanno accusato di accanimento, –  continua il Comitato – ma solo perché si pretendeva che le nostre denunce non riportassero i nomi e i cognomi dei responsabili, in quanto sono gli stessi che si ripropongono per tornare a rappresentare nel prossimo quinquennio questo territorio. Dunque qualche raro soggetto, che ha fatto parte del Comitato quando gli era comodo, ora che siamo al dunque della nostra battaglia, attacca ed accusa di politicizzazione il Comitato e di strumentalizzazione alcuni suoi componenti. Ossia avremmo dovuto magari esaurire il nostro operato in una bella sfilata di politici con tante belle fumose promesse, tacendo ogni obiezione. Tapparci la bocca insomma, modus operandi quotidiano e unico in certi ambienti».

«Per questi motivi abbiamo messo in conto sin dall’inizio una certa selezione naturale, un ricambio negli aderenti, una qualche defezione di soggetti fintamente convinti sugli scopi, cui in questa fase la nostra opera risulta fastidiosa. Concludiamo dicendo che stiamo ancora aspettando la prima contestazione, con dati oggettivi e verificabili, ad almeno una delle nostre pregresse e ripetute affermazioni sulla sanità, anche a quelle fatte sabato scorso davanti ai candidati presidenti e risultate, a giudicare dagli attacchi pretestuosi sul colore (politico) ma non sui fatti concreti della sanità, molto indigeste a qualche parte politica che da un lato ci invita al dialogo e dall’altro ci accusa di usare colori diversi o, peggio, di cercare “pittori” diversi. Ma, come disse il Presidente sin dal primo incontro pubblico “il Comitato dialoga con tutti. Alcuni, però, non vogliono dialogare con il Comitato».

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