Montefiore dell’Aso, il piccolo borgo collinare amato dagli artisti

foto dal sito turismomontefioredellaso.it

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

C’era una dea particolarmente amata dai contadini dell’Impero Romano, la dea Flora, grande protettrice dei cereali, e quindi dei lavori agricoli in generale, diventata nel tempo dea della Primavera. Flora è stata a lungo festeggiata e ricordata nelle tradizioni popolari. Si sono interessati a lei musicisti, pittori, scrittori, filosofi. È stata soggetto d’arte anche di Botticelli, del poeta romano Ovidio e ne ha parlato addirittura Sant’Agostino d’Ippona. Questa breve introduzione alla dea Flora si rende necessaria perché uno de “I Borghi più belli d’Italia”, Montefiore dell’Aso, sembra che derivi il proprio nome proprio dal culto antico della dea. Tra l’altro, una delle manifestazioni più importanti è l’Infiorata del Corpus Domini, una tradizione antica che affonda le radici sul finire degli anni ’30, con la realizzazione di un immenso tappeto floreale che si articola in vari quadri. Tornando al  Borgo, che oggi è Comune autonomo nella provincia di Ascoli Piceno, con poco più di 2000 abitanti e ubicato in collina, a 412 metri s.l.m., ha origini piuttosto antiche, con tracce in età preistorica. Sarà in epoca romana prima e medievale poi che avrà uno sviluppo importante, documentato dalle necropoli risalenti al I e II secolo d.C.

Nel Medioevo, come in molte altre popolazioni, gli insediamenti a valle si sono spostati in collina, costruendo castelli con grandi mura di cinta a protezione. In questo caso i castelli erano due: Montefiore e Aspromonte, in seguito riunificati in un unico nucleo, nel 1178, dando vita ad una realtà abitativa importante per l’epoca. La bellezza paesaggistica del Borgo si avvale di una morfologia elegante, tipicamente marchigiana. Topograficamente, il paese poggia su cinque colli con due fiumi, l’Aso e il Menocchia, che scorrono nelle due valli, a sud e a nord delle colline. In pratica, Montefiore è sulla cresta che fa da divisione a due fertilissime e produttive vallate. Tutt’intorno ci sono molte altre colline, con paesi medievali arroccati e una vista che offre allo sguardo i monti Sibillini ad ovest e un’ampia panoramica del mare ad est. Lo stemma comunale, davvero bello, si ispira al paesaggio e raffigura artisticamente i cinque colli con i due corsi d’acqua ai lati.

Per quanto piccolo, Montefiore offre storia e arte senza risparmio. Si notano le epoche storiche anche camminando, nelle antiche mura come nelle strutture monumentali di palazzi e chiese. E poi gli artisti. Qui è nato Adolfo De Carolis, nel 1874, difensore dell’arte rinascimentale nel periodo in cui questa era contrapposta da nuove tendenze modernistiche. De Carolis è stato l’illustratore delle opere, con disegni e xilografie, di Gabriele D’Annunzio e Giovanni Pascoli. Meritano attenzione le scelte artistiche di un gigante della storia dell’arte, Carlo Crivelli che, nato veneziano, era girovago e inquieto e poi infine, forse placato, si era fermato definitivamente nelle Marche, per il suo paesaggio vario e ricco. E nelle Marche, lasciando una traccia importante, non ha trascurato Montefiore dell’Aso. Nel Polo Museale di San Francesco è ben conservata ed esposta al pubblico la parte residua del Polittico di Montefiore. L’opera originaria era stata smembrata e suddivisa in più musei nel mondo. A Montefiore resta comunque una parte importante con sei pannelli che compongono un trittico. Il Polo Museale ospita anche il Centro di documentazione scenografica Giancarlo Basili, che prende il nome dal celebre scenografo di origine montefiorana nonchè direttore artistico del Festival “Sinfonie di Cinema”.

Passeggiando per il Borgo, possiamo vedere molti tratti delle antiche mura con le porte e ben sei torrioni. In centro, nella bella piazza, abbiamo la Collegiata Santa Lucia con una stupenda acquasantiera in pietra del Seicento, un coro ligneo e affreschi. Inoltre, si può apprezzare la Chiesa di San Francesco, risalente al 1303. Al suo interno c’è anche la tomba dell’artista Adolfo De Carolis. Il convento della chiesa oggi è il Polo Museale di cui abbiamo fatto cenno parlando del Polittico di Crivelli.  A Montefiore, è possibile vedere le opere del pittore pugliese Domenico Cantatore che qui si soffermò.

Naturalmente, un Borgo Antico non è solo arte, storia e paesaggi favolosi. È anche gastronomia e folclore, mentre l’ospitalità viene offerta soprattutto da strutture agrituristiche. Il piatto tipico è costituito dai vincisgrassi, che troviamo un po’ in tutto il Piceno e nel resto delle Marche, ma qui c’è un’attenzione maniacale per raggiungere la perfezione. È una pasta al forno elaborata che somiglia per aspetto alle lasagne ma si differenzia per tipologia di ingredienti e metodo di preparazione. Tipico piatto dei giorni di festa, ricorrenze e ogniqualvolta si voglia onorare degnamente un ospite.

In estate, residenti e “forestieri” possono godere della Sagra della frutta, dove, oltre a guardare la migliore produzione ortofrutticola (le vallate sono molto conosciute ed apprezzate in questo) si può approfittare per le degustazioni. E molto ancora, senza dilungarci: concerti, mostre, rassegne, fiere, rievocazioni. E poi, pochi minuti di auto, si arriva al mare. Scendendo dalla collina, l’Adriatico lo vedi dall’alto, con una estensione panoramica sul litorale davvero suggestiva e di grande impatto visivo.

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