Istituto Capriotti, didattica a distanza: «La scuola non si ferma neanche di fronte alle emergenze»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In questo particolare momento di emergenza sanitaria, nessun operatore della comunità scolastica è chiuso nella sua “zona confort”, ma è in egual misura impegnato, ognuno in base al proprio ruolo, a mantenere viva la comunità e attivo il servizio di istruzione, sforzandosi di essere efficaci con nuovi strumenti, nuove metodologie e nuove dimensioni temporali. É l’obiettivo che il “Capriotti” si è dato dall’inizio della sospensione delle lezioni, ancora prima che il nuovo DPCM del 4 marzo modificasse radicalmente la prima disposizione, recitando (articolo 1, comma 1, punto g): “i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”.

L’implementazione di soluzioni di didattica a distanza sono state realizzate al “Capriotti” attraverso lo strumento del registro elettronico e la Dirigente Scolastica, prof.ssa Elisa Vita, ha dato la massima libertà ai suoi docenti sulle modalità di trasmissione dei contenuti: dall’ inserimento di materiali di studio, video-lezioni, slides, file audio, fino a veri e propri percorsi guidati per sfruttare in modo mirato ed efficace la ricchezza delle risorse web ad alto valore educativo. Queste soluzioni “formali” sono state affiancate da modalità più “social”, i gruppi whatsapp. Sdoganati a pieno titolo dal virus – è proprio il caso di dire che il fine giustifica i mezzi- , hanno permesso di rispondere, in prima battuta, al problema della didattica, ma ancor più efficacemente hanno colmato la mancanza di comunicazione interpersonale che l’interruzione forzata ha prodotto all’interno della comunità scolastica.

«Loro si sentono lì e per i docenti diventa più facile la comunicazione con tutta la classe – afferma la Dirigente – Scambiarsi opinioni, semplicemente salutarsi, mandare messaggi che terminano con gli emoticon significa mantenere il contatto, in special modo se l’attuale sospensione delle lezioni dovesse essere prolungata. Sia gli insegnanti che gli studenti stanno dimostrando una grande sensibilità. Insomma, stiamo cercando di tirare fuori il meglio anche se le difficoltà ci sono e non devono essere tacitate, piuttosto affrontate con fiducia». La fidelizzazione alle chat WhatsApp per la didattica lascerà certamente il passo a strumenti ufficiali che saranno presto individuati quale strategia comune da implementare dopo aver vagliato gli aspetti tecnici, ma potrebbe restare canale privilegiato per il dialogo interpersonale per evitare il danno della “separazione”, già lamentata dagli insegnanti e dagli studenti stessi.

«È chiaro ed evidente che l’azione didattica attraverso strumenti online, per quanto performanti ed utili e già in uso nella nostra scuola come complemento all’attività in presenza, non può essere sostitutiva di quella in presenza. – aggiunge la Dirigente – Fatte comunque le opportune premesse ed anche riserve sull’uso di tali strumenti, l’attuale congiuntura non ci permette di prendere o perdere tempo. È importante sperimentarne l’uso nel modo più consapevole possibile, perché il messaggio più importante da trasmettere è che “la scuola non si ferma neanche di fronte alle emergenze e “il cammino si farà camminando”, come dice il poeta e scrittore Antonio Machado».

«Oggi più che mai il “Capriotti” fa appello al “Patto di corresponsabilità educativa scuola-famiglia” per affrontare l’emergenza, soprattutto sanitaria: serve responsabilità condivisa per guidare gli studenti a comportamenti consapevoli in un clima di forte tensione emotiva dettata dalla paura. È necessario aiutarli, insieme alle famiglie, a decodificare le informazioni legate all’epidemia che corrono sulla rete e invitarli ad essere parte attiva nel caos comunicativo. – conclude la Dirigente Vita –  Insomma assumere e divulgare comportamenti virtuosi mentre studiano e si appropriano responsabilmente della propria formazione. Ad majora ragazzi… Andrà tutto bene».

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