Il transumanesimo: oltre l’uomo, verso l’immortalità

di AMERICO MARCONI –

Cos’è il transumanesimo? È una teoria che crede in una nuova fase dell’evoluzione umana. Dove la scienza e la tecnologia diventano le basi per l’aumento delle capacità fisiche e cognitive dell’uomo. L’homo sapiens per il trasumanesimo non è lo stadio finale dell’evoluzione ma uno degli anelli primordiali. È del 1997 la fondazione della World Transhumanist Association presieduta da Nick Boston e dell’anno dopo la Dichiarazione dei Principi del Transumanesimo. 1 – L’umanità sarà radicalmente trasformata dalla tecnologia. Prevediamo la possibilità di ri-progettare la condizione umana in modo di evitare il processo di invecchiamento e le limitazioni dell’intelletto umano (e artificiale). 2 – Sarà necessario uno sforzo di ricerca sistematico. 3 – I transumanisti ritengono che per usufruire delle nuove tecnologie sia necessaria un’apertura mentale. 4 – I transumanisti sostengono il diritto morale di utilizzare metodi tecnologici per espandere le proprie capacità fisiche ed intellettuali. 5 – Occorrono nuovi luoghi d’incontro per uno scambio di idee. 6 – È imperativo, nel pensare al futuro, considerare l’impatto di un progresso tecnologico in continua accelerazione. 7 – Il transumanesimo sarà fautore del benessere per tutti gli esseri senzienti (siano questi umani, intelligenze artificiali, animali o potenziali esseri extraterrestri) ed include molti principi dell’umanesimo classico.

Il desiderio dell’immortalità nasce con l’uomo. Il mito dell’eroe Gilgamesh, risale a duemila anni prima di Cristo. Scritto in Mesopotamia su tavolette in terracotta. Gilgamesh dopo aver visto morire l’amico Enkidu, per bravate compiute insieme contro le divinità, parte alla ricerca dell’erba dell’immortalità. Dopo un lungo e pericoloso viaggio la trova ma un serpente infine gliela ruba. E il nostro eroe capisce che dovrà morire come il suo amico e tutti gli altri esseri umani. Eppure culture come l’egizia, la greca, la ebraico cristiana, la taoista, crearono interi sistemi di pensiero che pongono a premio finale l’immortalità.

Per cui scandalizzarsi di fronte ai principi del transumanesimo è insensato. Certo personaggi come Aubrey de Grey, laureato in informatica a Cambridge e gerontologo, che sostengono la possibilità dell’uomo di vivere fino a mille anni, senza invecchiare o ammalarsi, suscitano un sorriso. Ma quando seguiamo il loro discorrere tra sequenze genetiche, danni e mutazioni mitocondriali, scorie intracellulari, cominciamo a diventare più attenti.

Se poi è nostra abitudine fare ricerche su Google, che puntuale alle prime lettere intuisce la nostra richiesta, e guardare le previsione del tempo prima di uscire per una gita in barca o in montagna. Vuol dire che una mezza idea di dove sia arrivata la tecnologia e soprattutto l’intelligenza artificiale ce l’abbiamo. A questo punto un forte dubbio ci assalirà. E se davvero, unendo ricerche e interventi mirati genetici con il velocissimo progresso delle nanotecnologie e dell’intelligenza artificiale riuscissimo, tra pochi decenni, ad allontanare, se non addirittura a sconfiggere, la morte stessa? Una bella sfida, secondo me da accettare senza riserve.

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Infinito enigma, Salvador Dalì, 1938