“Mousikè” ad Ascoli, Nikos Angelis : «Un programma tra antichità classica e musica barocca»

di ROSITA SPINOZZI –

ASCOLI PICENO – Termina il conto alla rovescia per il concerto “Mousikè. Dal mondo antico al Settecento tra arte e musica”, che avrà luogo sabato 21 settembre alle ore 21 nel chiostro della sede di Palazzo Panichi. L’evento – organizzato dal Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno e l’Associazione Culturale Medea,  in collaborazione con Radio Incredibile –  si svilupperà nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, manifestazione culturale promossa dal Mibac nei musei e nei luoghi di cultura italiani.  Gli interpreti saranno il controtenore Nikos Angelis accompagnato al clavicembalo da Alessandro Buca con la voce narrante di Consuelo Travaglini. Un viaggio tra musica ed arte: il concerto sarà intervallato dall’intervento archeologico del funzionario responsabile Sofia Cingolani e la descrizione di opere d’arte di Nazzareno Menzietti che ha curato anche la regia dell’evento.

In prossimità dell’evento Nikos Angelis, direttore artistico dell’associazione culturale “Medea”, coglie l’occasione per illustrare il programma musicale incentrato sul legame profondo tra antichità classica e musica barocca. «Dal mondo antico sono giunte ai nostri giorni pochissime testimonianze musicali, abbiamo perso molte cose ma, allo stesso tempo, possiamo ricostruire molto. La musica per i greci non era soltanto ad una attività di svago, era una forma di paidéia, esisteva una stretta connessione  tra musica ed èthos come notiamo in diverse attestazioni  nelle fonti letterarie di cui mi limito a ricordare l’VIII libro della Politica di Aristotele» spiega il controtenore «Questa constatazione si riversa automaticamente sull’uso degli strumenti musicali: nel mondo antico troviamo un conflitto ideologico di fondo tra lo strumento a corda, la cetra, e lo strumento a fiato, il più importante dei quali era l’aulòs, un flauto a due ance: è l’antagonismo che venne messo in luce alla fine dell’800 da Nietzche tra l’apollineo e il dionisiaco. La cetra, uno strumento a corda, appartiene ad Apollo e rappresenta la ratio, il flauto appartiene alla sfera dionisiaca, quella della sfrenatezza e dell’ebbrezza».

«Nella musica barocca assistiamo ad una ripresa di un corpus ideologico-sintattico che ha come modello l’antichità classica :  rivivono in essa il mythos greco, la storia dell’impero greco-romano e le dottrine filosofiche da Platone ad Aristosseno» continua Nikos Angelis «Il programma musicale che ascolterete con gli autori Monteverdi, Duphly, Cavalli ed Händel, vuole dimostrare questa imitazione tipica della produzione musicale del XVII e XVIII secolo che si muove e si determina su piani spesso intrecciati tra loro: quello del mito greco,  del conflitto ideologico apollineo-dionisiaco, della concezione della musica e quello della ripresa della storia greco-romana».

S’inizierà con il Prologo della Musica tratto dall’Orfeo di Claudio Monteverdi, che Angelis considera il manifesto con cui la poetica barocca dimostra il suo legame con il mondo antico: una personificazione della Musica introduce l’opera agli spettatori. Tra i tanti richiami alla classicità presenti, emerge quello alla “dottrina dell’èthos”: la musica come una forza misteriosa capace di condizionare lo stato d’animo e la volontà dell’ascoltatore, concetto presente nei versi: “Io la Musica son, ch’ai dolci accenti/so far tranquillo ogni turbato core,/ et or di nobil ira et or d’amore/ Poss’infiammar le più gelate menti” che, oltre ad essere eseguiti musicalmente, saranno recitati da Consuelo Travaglini. Ci sarà la possibilità di ascoltare come solista Alessandro Buca, clavicembalista e cembalaro con un pregiato clavicembalo italiano del suo laboratorio che accompagnerà l’intero concerto (copia di Giovan Battista Giusti, Lucca 1681) nell’esecuzione della Medée di Duphly.

In repertorio, due rari frammenti musicali giunti ai nostri giorni: l’Epitaffio di Seikilos ( I sec. d.C .ca), un’iscrizione sepolcrale con un componimento in versi inciso su una colonnetta di pietra contenente un inno al valore della vita e la I Pitica di Pindaro, databile al 470 a.C., scritta in onore della vittoria nella corsa delle quadrighe ottenuta a Delfi da Ierone, tiranno di Siracusa. Il componimento presenta una bellissima riflessione sul potere della musica e sul valore universale del canto.

«Per dimostrare l’interesse del mondo barocco per la storia greco-romana, ho inserito dal Giulio Cesare in Egitto di Händel le due arie di Tolomeo “Domerò la tua fierezza” e “L’empio, sleale, indegno”. – spiega Nikos Angelis – Come nostra consuetudine, il concerto sarà intervallato dalla lettura di opere d’arte inerenti al repertorio musicale curata da Nazzareno Menzietti e, per questa occasione, l’intervento archeologico di Sofia Cingolani».

A tal proposito, il primo intermezzo artistico/archeologico si soffermerà sulla seconda matrice del conflitto ideologico, il dionisiaco, con la spiegazione di una scena di banchetto con auleta e corteo di baccanti presente su una kylix attica a cui seguirà la lettura dell’opera Le baccanti di Boucher. Il secondo intermezzo verterà sulla concezione che avevano i greci del termine Mousikè che, a differenza del mondo moderno, non indicava solo la pratica musicale, ma includeva tutto quello che veniva dalle muse, anche l’arte coreutica: sarà descritto un cratere neoattico con una teoria di ninfe proveniente da Urbisaglia a cui si collegherà la lettura di un paesaggio settecentesco con ninfe danzanti. Il terzo intermezzo sarà dedicato all’apollineo, con la descrizione di un cratere a figure rosse su cui è raffigurato un Apollo citaredo seguito dalla descrizione del Parnaso di Vouet.

«Ringrazio di cuore il nostro media partner  “Radio Incredibile”, il Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno nella figura di Sofia Cingolani, Monica Cameli e tutto il personale del museo» conclude Angelis «È un grande onore per la nostra associazione fare un concerto all’interno del museo archeologico sotto l’egida del Mibac, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio,  un luogo custode della memoria collettiva, un luogo in cui si crea l’identità culturale del cittadino».

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