La splendida fragilità e delicatezza sentimentale nella poetica di Annalisa Frontalini

Annalisa Frontalini, foto di Paolo Soriani

di ALCEO LUCIDI –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Annalisa Frontalini è alla sua seconda raccolta di poesie, ma il suo poetare è già sicuro e centrato su temi ben precisi: la sua figurazione lirica è chiara come il pensiero che la genera. Questa operatrice culturale silenziosa, presidente dell’Associazione culturale “Rinascenza” che ha dato vita a delle rassegne importante negli ultimi anni, declinate nelle molteplici forme di espressione artistica (tra scrittura, musica, recitazione), con una solida esperienza nel campo della gestione delle risorse umane, non è una semplice animatrice mossa da curiosità personali. Il suo “fare” culturale si apre ad un dialogo con l’altro e – come ben è stato notato dal prof. Giuseppe Gennari che l’ha presentata assieme ad Elvira Capone sabato 23 agosto al Circolo Nautico – alla più generale “condizione umana”.

Già il titolo del libro “La nota imperfetta” dà il segno del modo di essere poetessa della Frontalini e prefigura oltre che i contenuti dell’opera, un suo preciso stile. Nel susseguirsi del suo canto si sente la precarietà dell’esistenza, l’imperfezione connaturata all’essere – irriducibile presenza ontologica, essenza spirituale della persona – e la convergenza tra la parola (“che non riesce ad esprimere tutto il dicibile”) e la musica. L’intreccio delle note, l’armonia musicale a cui tendere possono arrivare laddove non riesce il pensiero umano ritenuto, fortunatamente, unico ma limitato e sghembo.

Ci si chiede allora cosa spinga Annalisa a scrivere, quale sia la molla creativa che scatta di fronte alla pagina bianca. Uno spunto, delle illuminazioni lasciate decantare come l’amato vino bianco per essere poi riprese sotto forma scritta, “normalmente di notte” – dichiara l’autrice – quando più ampi sono gli spazi offerti alla riflessione. Nella nota introduttiva Davide Rondoni descrive una poetessa alla ricerca, nell’instabilità dei suoi punti di riferimento malcerti e nella umanissima tensione alla perfezione che è poi ritorno all’imperfezione, precarietà di equilibri esistenziali compensati dall’amore, dal calore degli affetti, da liberanti legami di amicizia.

In questa continuo andirivieni tra perfezione (ideale) ed imperfezione (certezza) si situa l’ondivago baricentro del sentire poetico di Annalisa Frontalini, stretto sempre tra inquietudini, incertezze, paure, i piccoli morsi dell’esistenza e più ampi orizzonti ideali. Le auguriamo di proseguire lungo questa incerta china che la rende di una splendida fragilità e delicatezza sentimentale pur nella robustezza di un verso ragionato.

Copyright©2019 Il Graffio, riproduzione riservata