di ROSITA SPINOZZI –
Ho avuto il piacere di conoscere Carlo Delle Piane nel luglio del 2009, in occasione del Premio Libero Bizzarri che a quell’epoca seguivo, giornalisticamente parlando, per Il Resto del Carlino. Ma ho avuto il privilegio di conoscere e trascorrere del tempo insieme a questo piccolo, grande uomo grazie all’indimenticato collega Massimo Consorti, mio compagno delle più disparate avventure culturali nonché autore di “Signore e Signori Carlo Delle Piane” (Testepiene editore), intrigante biografia del celebre attore con interventi di Pupi Avati e Franco Battiato. Giorni felici trascorsi anche in compagnia di Anna Crispino, moglie di Carlo Delle Piane, e Amalia, all’epoca compagna di Massimo. Giorni che resteranno per sempre scolpiti nella memoria e, soprattutto, nel cuore. Ho imparato molto più in quei momenti trascorsi insieme a loro che in anni seduta ad una scrivania. Pertanto il mio ricordo di Carlo Delle Piane, scomparso il 23 agosto all’età di 83 anni, sarà del tutto personale e volerà sulle ali del ricordo di una personalissima intervista che mi rilasciò ben dieci anni fa. Della sua lunga e luminosa carriera al fianco di “mostri sacri” come Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Totò, De Sica e molti altri ancora, fino al fortunatissimo decennio con Pupi Avati, troverete notizie a bizzeffe altrove. Personalmente ho voglia di ricordare il Carlo Delle Piane conosciuto in quel di San Benedetto del Tronto, che la Fondazione Bizzarri omaggiò per i suoi sessant’anni di carriera con il Premio Bizzarri Anniversary 2009.
Tutto iniziò da un ricordo legato al suo aspetto fisico. Carlo Delle Piane mi raccontò che, quando nel lontano 1948 il grande regista Vittorio De Sica iniziò a perlustrare diverse scuole italiane alla ricerca di un bambino brutto per un suo film, lui aveva dodici anni e fece salti di gioia per essere stato scelto. Il motivo era ben lontano da ogni velleità cinematografica, ma assai vicino all’indole di un bambino come tanti: girare un film significava saltare la scuola, per di più senza doversi inventare “storie” per giustificare l’assenza. Pertanto ha radici lontane la gratitudine per la sua bruttezza che Delle Piane aveva professato con tanta ironia durante l’incontro con i ragazzi dell’Accademia del Bizzarri. Quella mattina venne proiettato all’Auditorium Comunale il documentario “La ballata di un uomo brutto”, interessante viaggio nelle pieghe della sua anima realizzato da Sabina Negri e Dimitris Statiris.
In quell’occasione Delle Piane confessò di sentirsi un uomo sconfitto nel suo cammino di vita. Gli chiesi il motivo e rispose: «Ho parecchie nevrosi, mi è difficile interagire con le persone, rifiuto ogni contatto fisico e per me diventa un dramma persino stringere una mano. Insomma come uomo non mi piaccio, ma come attore ho stima di me stesso perchè ho sempre fatto scelte di qualità. Sono orgoglioso di non aver mai tradito il pubblico, e di aver fatto sacrifici piuttosto che accettare compromessi. Inoltre non ho mai frequentato una scuola di recitazione, e tutto quello che oggi ho lo devo alla mia volontà e all’esperienza». Ma anche al suo straordinario talento che ha portato molti esperti del settore a definirlo il Woody Allen italiano. «Me lo dicono spesso ed io ne sono lieto, perchè stimo molto Woody Allen. Solo che lui oltre ad essere un grande attore è anche un grande regista, mentre io sono solo un grande attore. La mia unica regia (“Ti amo Maria”- 1996, ndr.) è stata un flop!».
Immenso il suo amore per i bambini, a cui ha dedicato un video e una canzone. «Dico sempre alle persone di non toccare i bambini se non per fare loro una carezza. Gli uomini sono cambiati in peggio, ed ho grande timore per il futuro che attende i piccoli» disse Delle Piane «Personalmente mi occupo di adozioni a distanza, e ho adottato tre bimbi dell’Etiopia, Colombia e Brasile. Il mio appello è quello di incrementare le adozioni, perchè il ricavato che avranno sul piano emozionale è nettamente superiore alla spesa annua per mantenerli». E mentre fece questo appello vidi il suo famoso sguardo lasciar trasparire l’indole di uomo buono, decisamente in netto contrasto con il cinismo del personaggio che interpretò nel film di Avati. Ci mancherà Carlo Delle Piane, grande attore e grande uomo. Ricordo ancora quando, prima di congedarsi, vinse ogni timore e mi strinse la mano. Ne restai commossa. Oggi mi piace immaginarlo mentre, tra le nuvole, cammina a braccetto con Massimo Consorti. Chissà quante cose avranno da dirsi!
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