Società liquida, la parola d’ordine è velocità

di GIUSEPPE FEDELI –

Amori liquidi, sentimenti liquidi, rapporti liquidi, società liquida, consumo liquido, terrore liquido: tutto liquido senza identità come un fiume in piena che sta per tracimare e travolgere tutto quello che incontra nel suo cammino. Società liquida la definiva il compianto filosofo Zygmunt Bauman, nel senso di società senza orientamento e dis-identificata, in cui le monadi viaggiano impazzite senza consapevolezza né di sé, né di quel che sta accadendo: perché la parola d’ordine è velocità, consumare tutto le relazioni gli pseudorapporti che corrono precipitevolissimevolmente sui social alla velocità della luce, per non (far)pensare. Questo ci impone il dirigismo del potere occulto e, di riflesso, delle grandi case (brand, of course, because english Is glam!…), che vogliono fare di noi soltanto dei consumatori, sì che la moda brucia se stessa nello stesso istante in cui si dà: quello che oggi “è”, è già vecchio, da buttare come spam nel cestino. Per non parlare poi delle fake che ammanniscono assurdità  a iosa, ma talmente subdole a livello subliminale da bruciare i neuroni dell’età evolutiva. Liquido anche Dio, escomiato dai cieli, liquidi gli dei, liquidati definitivamente dall’Olimpo. Terrore, paura, apnea: tutto allo stato liquido, paura liquida paura di uscire di casa e di incontrare l’altro da sé che è un essere ectoplasmatico ma liquido, onnipresente e onnipervasivo, che ti dà la caccia spietatamente braccandoti attimo dopo attimo. Anche l’io allo specchio è diventato liquido, non si riconosce più perché la follia ha superato se stessa, è diventata beata ebetudine. O paura, panico raggelante, immedicabile coazione a non-vivere.

Giuseppe Fedeli (Jeff Qohelet)

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