Ascoli Piceno, a scuola di sociale: il Liceo delle Scienze Umane apre al terzo settore

di REDAZIONE –

Nuovo corso di studi nell’Istituto “Madre Tecla Reluncenti”: tra le prime esperienze nazionali, l’immediata collaborazione con l’Unione italiana Ciechi, la cooperativa “Botteghe della Speranza”, la “Human Foundation” e l’associazione Wega

ASCOLI PICENO – Il Liceo paritario delle Scienze Umane “Madre Tecla Relucenti” di Ascoli Piceno apre al sociale e scala la classifica degli istituti scolastici che offrono un doppio collegamento con il mondo del lavoro. Primo nelle Marche e tra le prime esperienze a livello nazionale, dopo 274 anni ininterrotti di attività scolastica, l’istituto ascolano delle suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione propone dal prossimo anno un indirizzo socio-educativo che formerà gli studenti alle attività e al lavoro nel terzo settore in ambito educativo, assistenziale e socio sanitario.

Fiore all’occhiello della nuova offerta formativa è l’immediata collaborazione con enti del terzo settore come l’Unione italiana Ciechi e Ipovedenti di Ascoli Piceno, la cooperativa “Botteghe della Speranza” di Acquasanta Terme, l’associazione Wega di Amandola e la disponibilità della “Human Foundation” ad affiancare il percorso di valutazione dell’impatto sociale e del cambiamento che questa didattica innovativa produrrà. Mentre il doppio collegamento arriva da una parte con la formazione degli studenti che saranno a diretto contatto con le realtà che stanno studiando e dall’altra con l’aggiornamento degli stessi insegnanti che hanno rivisto il piano e formativo e le modalità di insegnamento sulla base dell’esperienza maturata all’interno delle imprese.

L’open day al buio, realizzato in questi giorni, ha dato a genitori e studenti un’idea di quella che sarà la formazione didattica del nuovo corso. «In un ambiente completamente oscurato – racconta Mirco Fava, consigliere dell’Uici di Ascoli Piceno – abbiamo preso alcuni giornali e un po’ di scotch con i quali i ragazzi, divisi in due gruppi, dovevano costruire una bicicletta e una casa. Senza luce e senza alcun punto di riferimento gli studenti hanno dovuto trovare i giornali e, con un solo paio di forbici, passandosele tra di loro e collaborando a stretto contatto, hanno lavorato per un unico obiettivo, scatenando molteplici dinamiche. Anche ai genitori è stato spiegato il valore di questo nuovo corso restando al buio, affinché percepissero come si possa sviluppare la didattica in un Liceo che offre una formazione a strettissimo contatto con le realtà nelle quali i giovani si preparano a lavorare».

«La peculiarità di questo progetto – sottolinea la preside dell’istituto, suor Daniela Volpato – è che per la prima volta le imprese si mettono a disposizione della formazione. Non parliamo dell’alternanza scuola-lavoro ma della possibilità di far vivere il lavoro allo studente affinché sviluppi una forma mentis adeguata a saper comprendere il prossimo, prima di tutto. Predisposizione che ricalca fedelmente il messaggio che la nostra scuola persegue dal 1745: l’istruzione e l’educazione come strumenti di riforma e miglioramento della società e della Chiesa».

Le materie proposte sono quelle del piano di studi dei Licei delle Scienze Umane ma la didattica sarà innovativa anche da un punto di vista strutturale: saranno i ragazzi a muoversi in classe tematiche in ambito linguistico, scientifico e umanistico, e non i docenti all’interno delle aule. L’equipe di insegnanti, inoltre, sarà supervisionata affinché riesca ad affiancare il ragazzo nella scelta sia di un piano di studi idoneo alla scelta lavorativa, sia nella valutazione per l’orientamento professionale e universitario.

«Al centro di questo Liceo – spiega Margherita Anselmi, coordinatrice del nuovo corso di studi – c’è la persona, per questo le classi avranno al massimo 20 studenti e sia i tirocini che l’alternanza scuola- lavoro saranno proposti fin dal primo anno presso le strutture che potranno successivamente accogliere a lavorare i ragazzi che vengono formati. La formazione risponderà direttamente anche delle esigenze degli enti con cui si creeranno collaborazioni e convenzioni».

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