Il Festival “Homo” della Omnibus Omnes conquista l’Auditorium di San Benedetto

Foto@Raffaella Milandri

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quando eravamo ragazzi, il genere cinematografico prevalente erano i film western. Onesti e risoluti cowboys bianchi ricacciavano nelle loro aride terre i cattivi e arcaici indiani che, con le loro armi preistoriche, stavano sempre in agguato sulle rocce del Grand Canyon. Crescendo, qualcosa è cambiato. Una maggiore conoscenza storica, una più realistica ricostruzione dei fatti, delle situazioni, dei trattati legati agli interessi dei governi del tempo degli Stati Uniti, hanno portato ad una diversa considerazione sui “buoni” e sui “cattivi”, hanno cambiato la consapevolezza. Hanno contribuito film come Balla con i lupi, diretto e interpretato da Kevin Costner. Il mito della frontiera cambiava volto e il sogno americano ora sembra un’altra cosa.

Nella sede dell’Auditorium Comunale Tebaldini, a San Benedetto del Tronto, si è svolta, nel pomeriggio del 14 ottobre, la seconda edizione di “Homo, Festival  dei Diritti, delle Culture e dei Popoli” organizzato dall’associazione Omnibus Omnes. Lo scopo, anno dopo anno, è quello di conoscere più da vicino la realtà di quelli che potremmo definire “i nostri padri”, i Popoli Indigeni, ben cinquemila popolazioni, tra le più antiche e fortemente radicate nelle proprie tradizioni, distribuite su novanta Paesi del globo. Lo scorso anno, prima edizione, l’argomento era incentrato sui Boscimani, mentre nella conferenza del 14 ottobre si è parlato a lungo dei Nativi Americani con la scrittrice e giornalista Raffaella Milandri, da tempo attivista dei diritti umani dei Popoli Indigeni, con racconti personali e proiezione di filmati.

In fase di apertura c’è stato un bel momento dedicato alla lettura corale di poesie e proverbi dei Nativi. La Milandri è stata più volte nelle Riserve, in particolare nella tribù dei Crow, nel Montana, che rappresenta probabilmente  una delle tribù che più di altre ha dialogato con le autorità, o meglio, ha rispettato il “Grande Padre Bianco”, il Presidente degli Stati Uniti. Infatti, Barack Obama è stato significativamente adottato da una famiglia Crow. Anche Raffaella, in occasione di uno dei suoi viaggi ha avuto il privilegio ed il piacere di essere  adottata da una famiglia della tribù.

La Milandri, nel corso della conferenza, ha ricostruito il percorso storico, l’epoca dei “trattati”, dell’istituzione delle Riserve, ben 573 ufficialmente riconosciute e distribuite principalmente nel nord e nell’ovest degli Stati Uniti. Le aree est e sud est, oggi contano pochissime riserve ma in realtà erano densamente abitate fino al 1830. Sotto l’apparente poetico titolo di The Trail of Tears, ovvero Il sentiero delle lacrime, file interminabili di carri, pieni di famiglie indiane, scortati da militari a cavallo, percorsero migliaia di chilometri, a tappe forzate, portando i Nativi ad abitare terre lontane e sconosciute, sradicandoli dai loro territori abituali, dalle loro tradizioni ed abitudini. Si calcola che in questa deportazione ha trovato la morte diverse migliaia di persone.

Nell’odierno, i Nativi vivono in case confortevoli ma estremamente essenziali, con alcuni comfort moderni ma con un tenore di vita molto più basso dei “bianchi”. Una delle fonti di guadagno, oltre a forme assistenzialistiche governative, è data dalla riscoperta di un arte tradizionalistica, insieme ad artigianato tipico che incontrano l’interesse crescente dei turisti. Non mancano ricorrenze spettacolari, con i costumi tipici, quelli dei nonni e bisnonni, i calzari, i copricapo con le piume, le danze tribali. Verrebbe da pensare che tutto potrebbe esser fatto ad uso e consumo di frettolosi turisti alla continua ricerca di folclore e non di storia, appariscenza e non verità. Ma basta guardarne una di queste feste coloratissime e gioiose per rendersi conto che il significato va oltre: è il mantenere un filo di continuità, un legame che non può morire con il proprio passato quando gli antenati potevano correre nelle praterie e sui sentieri montani, in un rispetto unico per la Madre Terra, in un respiro comune con ciò che è vita, in un sentire spirituale della propria permanenza.  Credo che ognuno di noi deve molto a questi popoli. Più di altri, ci insegnano cosa significa essere in sintonia con la Natura, conoscendone il significato anche del più flebile alito di vento.

All’incontro, oltre a Raffaella Milandri, hanno partecipato Antonella Baiocchi, Assessore alle Pari Opportunità, Politiche di Integrazione, Inclusione e Pace, il chitarrista fingerstyle Claudio Infriccioli, i soci dell’associazione Omnibus Omnes. L’iniziativa ha avuto la collaborazione de Lions Club Ascoli Piceno Host,  il patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto e dell’UNRIC (Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite).

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