Il Museo del Mare, collante della comunità sambenedettese

di GIUDITTA CASTELLI –

La festa dei funai è stata un’occasione per far vivere agli studenti della Manzoni le forti emozioni nel toccare con mano le proprie origini

SAN BENEDETTO DEL TRONTO Gli alunni delle classi 2A e 2B del Plesso Manzoni hanno potuto partecipare al Laboratorio di Storia Locale presso il Museo del Mare e toccare con mano gli antichi mestieri della Civiltà Marinara.

Per la Comunità di San Benedetto del Tronto le antiche origini marinare sono fonte di orgoglio e coesione. Il mare è un elemento che espande la memoria oltre più estesi orizzonti e restituisce all’oggi la brezza di un tempo infinito. La memoria storica rende eterno ciò che appare effimero e suggella in un patto di fraternità genti vicine e lontane. Il mare affratella più di quanto gli eventi hanno separato.

In un momento storico dove tutto è fugace, far respirare ai bambini e agli adolescenti la brezza del proprio mare, insegnando loro da dove sono venuti e dove stanno andando, significa restituire quelle radici forti che la società del consumismo e dell’indifferenza ha tolto loro: la sicurezza di essere stati, di aver superato difficoltà e di avercela fatta grazie alla volontà, all’impegno, al lavoro e alla coesione cittadina.

Una bella pagina di letteratura storica locale è quella di Alberto Perozzi che in un articolo intitolato “Storia sambenedettese: funai, canapini e spagaroli. Una ruota che girava male”  (tratto da Flash, quattordicinale di vita picena , A.7 , n.100, luglio 1986, pp.47-49) così scriveva: «Prima della guerra io conoscevo cento bambini che non potevano venire con noi a giocare perché dovevano girare la ruota. E non potevano venire nemmeno a scuola. Lo facevano saltuariamente […]. Quei bambini stavano tutto il giorno attaccati alla ruota, attenti a farla girare rispettando la velocità richiesta dallo spagarolo per attorcigliare lo spago. Dodici – quattordici ore inchiodati sotto il sole, riparandosi sotto ombrelli sgangherati issati su sostegni di fortuna. Durante l’inverno accendevano piccoli fuochi per riscaldarsi, soprattutto i piedi e le mani, che l’immobilità rendeva pezzi di ghiaccio».

Ecco perchè le docenti Mariele Fioravanti, Antonella Mandozzzi, Giuliana Porrà, Chiara Caucci, Alessandra Falgiatori della Scuola Media “Manzoni” dell’Isc Nord (Quartiere San Filippo)  hanno raccolto con entusiasmo e convinzione pedagogica l’invito del responsabile del Museo della Civiltà del Mare e dell’Archivio Storico  Giuseppe Merlini che si è così espresso: «La tradizionale festa dei funai rappresenta un omaggio a una delle categorie che ha contribuito alla storia marinara ed economica della nostra città. Viene celebrata da circa 100 anni, da quando don Francesco Sciocchetti, dopo la costruzione della nuova chiesa della Madonna della Marina, fece erigere un altare in onore di San Biagio già protettore della gola elevandolo a patrono dei canapini e dei funai sambenedettesi».