La compagnia “e.artES cum panis” scaglia “La prima pietra” al Teatro Comunale di Altidona

di ROSITA SPINOZZI –

ALTIDONA – Che cos’è il male oggi? Siamo vittime o carnefici? Ruota intorno a questi interrogativi atavici lo spettacolo di teatro danza “La prima pietra” che l’interessante compagnia professionale di arti performative “e.artES cum panis” porterà in scena, domenica 18 febbraio alle ore 18,30, presso il Teatro Comunale di Altidona. Lo spettacolo – inserito all’interno del festival “Amaca on stage” organizzato dall’Amaca Tasting & Art, nelle figure di Cristina Alunno e Andrea Bracalente – è una prima nazionale che consigliamo di non perdere non solo per lo spessore culturale e l’originalità con cui verrà affrontata la tematica del male, oggi sempre più presente e pressante da diventare quasi “un’abitudine”, ma anche perché sul palco ci saranno interpreti molto bravi e degni di considerazione come Dafne Ciccola, Salvo Lo Presti, Guido Sciarroni e Mizar Tagliavini che è anche artefice del concept, regia, coreografia. I testi, adattati da Salvo Lo Presti, sono di Ionesco, Testori e Lo Presti; la scenografia di Rossella Sansoni; le musiche di Bosso, Kroke, Las Sombras Tango, Lomuto, Canaro, Richter; i costumi di Deana D’Agostino. Lo spettacolo, attraverso uno sguardo e una scrittura del gesto che oscilla tra la leggerezza onirica e l’ironia talvolta grottesca, desidera fornire degli spunti allo spettatore per un’autoanalisi, guidandolo nello stesso processo visivo ed emotivo che gli artisti si sono trovati a percorrere. La domanda che aleggia durante la performance è “Ma io… quando sono violento?”, una sorta di analisi personale, dunque, che intende scardinare la logica semplicistica del “puntare il dito” preferendo, invece, scagliare “la prima pietra” verso noi stessi per comprendere quanto la cultura della violenza riesca ad intaccare il nostro animo, quanto ci renda assoggettati ad essa, e che margine di libertà mentale realmente abbiamo per evitare di essere alienati dal nostro difficile contesto storico. Lo spettatore si troverà , dunque, a vivere lo stesso processo visivo ed emotivo che percorreranno gli artisti in scena, i quali porranno l’attenzione sulla facoltà di pensare, la capacità di distinguere tra giusto-sbagliato e le loro implicazioni sociali, passando per le controversie dell’animo umano. «Sembra che una certa “terribile normalità”, così come fu definita da Hannah Arendt nel suo scritto “La banalità del male”, comunemente ripudiata da una certa società, trovi luogo di manifestazione nell’intimo delle case così come nelle mani dei potenti senza che ciascuno sia cosciente e pensante in relazione alle proprie azioni» spiegano gli attori della compagnia  “e.artES cum panis”, il cui nome ha un significato profondo (cum panis, ovvero partecipe dello stesso pane; “essere con” è qualcosa di molto più profondo del semplice non stare soli ed implica empatia, ascolto, condivisione, ricerca) «Piccoli grandi violenze quotidiane, piccole grandi violenze sociali, piccoli grandi violenze mondiali scollate dalla percezione e dal pensiero del male stesso. “La prima pietra” è un corpo a corpo interiore per ricucire la distanza dagli esiti dei nostri atti distruttivi. Desidera essere un contributo alla sensibilità di ciascuno così erosa, gravemente indebolita e oggi più che mai prossima alla cancellazione».

Assai lodevole il percorso della “e.artES cum panis”, che nasce con l’idea di voler essere uno spazio professionale nel quale l’arte possa esprimersi nella sua essenzialità così da costituire per la società un luogo educativo dove sia possibile interrogarsi, fare esperienza, ritornare all’essenza della vita.
Un vecchio proverbio persiano dice: «Quando hai due soldi, con uno compra del pane, con l’altro dei giacinti per la tua anima». E la compagnia è una condivisione di entrambi – pane e giacinti – essenzialità dell’esistere e dell’essere artisti intrecciata al tentativo di ridestare bellezza nel quotidiano e nuove possibilità per crescere come individui nella comunità del mondo.
La cum panis nasce dall’incontro della coreografa e danzatrice Mizar Tagliavini con gli attuali membri Dafne Ciccola, Salvo lo Presti, e Guido Sciarroni. Formatisi in contesti professionali e realtà differenti, i quattro artisti sono però mossi dalla stessa idea: il processo creativo come occasione per approfondire le tematiche sociali che sentono fondanti di un’umanità più integra ricercando ciò che davvero muove l’uomo verso l’altro, nel tentativo di trovare un linguaggio creativo autentico, non rivolto soltanto all’estetica dell’azione, ma alla sua forza comunicativa. Li muove l’intento comunicativo, di un’arte essenziale alla vita e volta a comunicare l’essenza delle cose stesse.

I membri della compagnia

Mizar Tagliavini
Danzatrice laureata all’Opera di Parigi, lavora nelle Marche da quattro anni come coreografa e insegnante internazionale Metodo Feldenkrais, è inoltre counselor bioenergetico. Da anni si occupa di didattica della danza contemporanea, teatro-danza, floor-work, release, contact improvisation, tecniche modern, sia sul piano professionale che amatoriale, con un approccio che integra i vari piani della persona incentivando il contatto interno, con gli altri e con l’ambiente. Ha danzato per i più grandi della danza contemporanea francese (P.Goss,C.Gerard) e in diverse altre realtà europee e italiane (Balletto di Spoleto, Mandala Dance Company) ricoprendo sempre ruoli solistici e spesso in qualità di assistente alla coreografia. Da sempre affascinata dall’idea di un’”arte totale ed essenziale” la sua ricerca coreografica si è sin dall’inizio avvalsa della collaborazione di altri artisti (compositori, pittori, scultori, light designer, fotografi, attori).  Le sue prime produzioni risalgono al 2007 ma è nel 2012 che fonda la sua prima compagnia (Cie Roccarosa). Il suo progetto artistico ed educativo riprende nel 2016 con la “e.artES cum panis” da lei fondata e della quale è direttrice artistica, composta da Dafne Ciccola, Salvo Lo Presti e Guido Sciarroni.

Salvo Lo Presti
Scrittore e attore laureato al Dams di Bologna con una tesi su L’Inferno del Teatro del Lemming, compagnia teatrale professionista per la quale tra l’altro ha lavorato dal 2000 al 2006, andando in scena nei teatri di tutta Italia. È inoltre parte del cast di Zio Vanja con la regia di Cesar Brie. Negli anni successivi collabora con la compagnia Maner Manush di Roma. Dal 2009 vive a Cupra Marittima. In questi ultimi anni ha lavorato con alcune realtà teatrali locali: Liberi Teatranti di Cupra Marittima, Espressioni Teatrali di Fermo, Vox Artis di Sant’Elpidio a Mare, sia come attore sia come regista. Nel 2015 ha pubblicato Diario, il suo primo libro di poesie. L’anno successivo è entrato a far parte della redazione di UT – rivista d’arte e fatti culturali di San Benedetto del Tronto. Nel 2016 fa parte del cast del film E.L.I.S.A. – Renuntia et communica regia di Patrick Mattarelli che uscirà nelle sale italiane nel 2017. Conduce stabilmente laboratori teatrali e di scrittura creativa in diverse scuole di tutta Italia. Dal gennaio 2017 fa parte della e.artEs cum panis come attore, scrittore, performer, aiuto regia.

Dafne Ciccola
Si diploma al Modem, percorso formativo della compagnia Zappalà Danza di Catania. Integra gli studi con Loris Petrillo, Anton Lachky, Daniele Ninarello. Nel 2016 incontra la danzatrice e coreografa Mizar Tagliavini, con la quale inizia un percorso di studio e artistico. Entra in seguito a far parte della e.artES cum panis come danzatrice, performer e attrice.

Guido Sciarroni
Si diploma all’accademia di musical Dreaming Academy come tecnico in arti sceniche e performative e maestro in musical. Integra gli studi approfondendo il movimento teatrale, le arti circensi e la danza moderna. Lavora in diversi musical e spettacoli teatrali sotto la regia di Attene, Piccoli, Rolma, Tessarolo. Entra nella e.artES cum panis nel gennaio 2018 come performer, attore, danzatore.