Clint Eastwood torna con gli eroi americani di “Attacco al treno”

di EUGENIO DE ANGELIS –

Grande esordio per Spielberg ai botteghini italiani che con il suo The Post arriva a 2.3 milioni già al primo weekend, mentre si accodano raccogliendo circa la metà sia l’ultimo capitolo di Maze Runner che il controverso Sono tornato. Resiste in sesta posizione Chiamami col tuo nome (giunto a 1.7 mln) che continua a riscuotere un discreto successo grazie al passaparola, il numero delle sale che lo proiettano è infatti molto inferiore rispetto ai principali concorrenti. Questa settimana però un nuovo potenziale film “da Oscar” si affaccia nelle sale italiane a minacciare il primato del collega Spielberg.

Stiamo naturalmente parlando di Clint Eastwood che nonostante la carta d’identità dica 88 continua a produrre film a ritmi invidiabili, con questa sua ultima fatica che va a costituire idealmente una sorta di dittico con American Sniper. Ore 15.17 – Attacco al treno racconta nuovamente gli eroismi di soldati americani, ma questa volta il contesto è lontano dalla guerra. La storia (vera) è infatti quella di tre soldati in licenza che sventano un attacco terroristico su un treno diretto a Parigi. Il regista compie la particolare scelta di far interpretare i tre soldati ai reali protagonisti della vicenda per aumentare il realismo e l’impatto della pellicola, ma la sostanza non cambia: Eastwood è il più classicista tra i registi Hollywoodiani, così come sono note le sue idee sui valori americani fondamentali. Questo film non fa nulla per discostarsi dalle sue produzioni più recenti e gli spettatori dovrebbero quindi potersi aspettare quello per cui pagheranno il biglietto. L’unico bonus, non particolarmente richiesto, è l’inserimento di una serie di cartoline europee piuttosto stereotipate (inclusa Venezia) che fanno da corollario a questa sorta di interrail dei tre prodi americani.

Potenziale outsider della settimana è invece The Party della regista inglese Sally Potter con un classico esempio di film “scritto” che rispetta le unità di tempo e spazio, tutto basato sull’interpretazione degli attori e la brillantezza dei dialoghi, in quanto si svolge interamente durante la cena che la protagonista Janet (Kristin Scott Thomas) organizza con gli amici in occasione della sua promozione. La cena, però, porterà a galla in una rapida e fulminante escalation gli scheletri che tutti nascondono nei propri armadi, mettendo alla berlina la crisi di un’intera classe sociale. Nessuno viene risparmiato in questa black comedy brillante, piena di battute acide e splendidamente cattive.

Final Portrait – L’arte di essere amici è un oggetto curioso, quantomeno per i soggetti coinvolti. Infatti, pur trattandosi di un film biografico piuttosto standard, stupisce la mano dietro la macchina da presa di Stanley Tucci, conosciuto dal grande pubblico come attore di blockbuster quali Hunger Games e Il diavolo veste Prada, così come è peculiare la scelta di dedicare questa sua quinta regia al pittore italiano Alberto Giacometti, interpretato con la solita impressionante mimesi da un gigante come Geoffrey Rush. Come detto, il film procede sui binari risaputi della figura dell’artista geniale ma intrattabile, ma non nasconde una certa ambizione tanto nella messa in scena quanto nella struttura narrativa, elevandosi leggermente sopra la media di prodotti similari.

Tra le uscite della settimana si segnalano il successo assicurato che chiude (finalmente) la trilogia di Cinquanta sfumature di rosso, il film d’animazione I primitivi dai geniali creatori di Wallace & Gromit, l’avventuroso e biografico L’ultima discesa, l’originale docufiction italiana The Harvest di Andrea Paco Mariani e (solo il 13 e 14 febbraio) l’anime Fate/Stay Night grazie agli sforzi della beneamata Nexo Digital, principale promotore dell’animazione nipponica in Italia.