Questa settimana sfida fra “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” e “Benedetta follia”

di EUGENIO DE ANGELIS –

Ad aggiudicarsi gli ultimi scampoli di festività è stato, un po’ a sorpresa, Jumanji che nell’ultima settimana ha raccolto oltre 3 milioni mettendosi dietro Coco, Come un gatto in tangenziale e Wonder, vero vincitore delle feste, arrivato a sfiorare i 9 milioni con una storia di facile presa su una larga fetta di pubblico. Discreto il debutto di Tutti i soldi del mondo (1.2 m), mentre si apprestano a salutare la classifica i due mattatori di dicembre, Star Wars e Assassinio sull’Orient Express, entrambi giunti oltre i 14 milioni. Poche invece le nuove uscite, a rispecchiare l’abbuffata (cinematografica e non) delle ultime settimane, ma per fortuna c’è almeno un film di assoluto valore che merita i soldi del biglietto.

Si tratta di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, presentato con successo a Venezia (premio per la sceneggiatura) e fresco vincitore di quattro Golden Globe, tra cui miglior film. Il regista, l’inglese Martin McDonagh, si era fatto notare con quell’assoluto gioiellino di In Bruges, sfoggiando un umorismo nero graffiante e la capacità di bilanciare splendidamente dramma e comicità. Il regista conferma e rafforza questi punti di forza con la sua nuova fatica, il suo film più completo e quello che gli permette di consacrarsi anche a Hollywood. Ambientato in un paesino del Missouri, il film vede una madre (Frances McDormand) combattere contro la polizia locale (Woody Harrelson e Sam Rockwell) per risolvere il caso della giovane figlia violentata e uccisa un anno prima. Film dalla sceneggiatura perfetta e sorretto da un cast in stato di grazia (per una volta non un semplice modo di dire) appassiona per la vicenda e i personaggi, oltre a fornire un acuto sguardo sulla provincia americana.

Anche l’Italia ha però un peso massimo che scende in campo questa settimana, ovvero Carlo Verdone, Nel suo nuovo film, Benedetta follia, il regista/attore romano si cuce addosso per l’ennesima volta la maschera di un uomo mediocre e pieno di idiosincrasie che, appena lasciato dalla moglie, si mette alla ricerca di una nuova anima gemella tramite un’app di appuntamenti con l’aiuto della borgatara Ilenia Pastorelli (la quale replica il ruolo di Lo chiamavano Jeeg Robot). Il protagonista guarda alla follia del titolo con nostalgia, quella per un tempo nel quale era in grado di lasciarsi andare, e questo sguardo sembra implicitamente una sorta di autocritica al cinema di Verdone, ormai ripiegato su se stesso nel riciclo di dinamiche e situazioni già affrontate (meglio) in tanti film precedenti. Non aiuta il maldestro tentativo di rimanere al passo con i tempi con una riflessione semplicistica sull’amore ai tempi di Tinder.

In uscita questa settimana anche The Midnight Man di Travis Nicholas Zariwny, horror americano identico a mille altri, nel quale si materializzano le paure delle persone, il film d’animazione Leo Da Vinci – Missione Monna Lisa di Sergio Manfio, nel quale un giovane Da Vinci si lancia in un’avventura pensata soprattutto per i più piccoli, e il documentario cinese Alla ricerca di Van Gogh di Haibo Yu, sui copisti (cinesi) dei grandi capolavori della pittura destinati ai negozi di souvenir (europei). Il consiglio, però, è quello di fare per una volta un tuffo nel passato e recuperare, nelle poche sale in cui lo proietteranno, la versione restaurata di L’Atalante, capolavoro assoluto d Jean Vigo, celebre in Italia per essere da ormai 25 anni la sigla introduttiva di Fuori Orario.