La nostra Times Square

di MASSIMO CONSORTI –

Non sempre occorre andare lontano, o spendere un fottio di euro in viaggi esotici, per rendersi conto di cosa accade intorno a noi. A volte basta uscire di casa (necessità improrogabile dopo la cena) e guardare la gente che c’è in giro, dov’è, cosa fa. La prima impressione, dopo aver visto altri Capodanni di altre stagioni, è che se non si può dire di essere usciti dalla nefasta crisi del 2008, la percezione che la gente ha è quella che si può vivere un po’ meglio. I bar del centro sono pieni, i ristoranti pure, infatti quel paio che dobbiamo per forza incrociare prima di giungere al luogo del Concertone (sic!), brulicano, letteralmente, di persone con look interessanti.
Solo un anno fa tutto questo non c’era, non si vedeva, i volti non erano così distesi e si avvertiva sostanzialmente una minore voglia di divertirsi. Gli ubriachi, specie giovani e giovanissimi, c’erano e ci sono, e forse questo è uno dei pochi nei di una serata, quella del 31 dicembre, che dovrebbe essere vissuta per quella che è, (il passaggio da un anno all’altro) e non quella che molti pensano sia, (una fonte lecita di sbronze a poco prezzo).
Quando arriviamo in Viale Buozzi, notiamo immediatamente lo spiegamento di forze dell’ordine. In tempo di terrorismo che colpisce dovunque e con qualsiasi mezzo, ci sembra normale, quasi naturale. Polizia, carabinieri, Guardia di Finanza e vigili urbani presidiano gli accessi al concerto e, diciamolo, danno anche un pizzico di sicurezza in più. C’è l’ambulanza pronta e ci sono gli operatori del 118, insomma tutto l’assetto che occasioni simili richiedono. Sul palco, un gruppo di ragazzi locali che non sono niente male. Fanno cover ma non ci sembrano affatto sprovveduti. Il loro ruolo è quello di “spalla” al big che, quando arriverà, tutto ci sembrerà meno che un big. Anzi. L’organizzazione è già attiva. Si tagliano pandori e panettoni, si stappano bottiglie di spumante (dolce e brut) e già dalle 23 e 30 si può approfittare del cadeau. Il viale intanto si riempie sempre di più. Inutile dirlo, la gente ha voglia di partecipare, di stare insieme agli altri, di soffrire meno quel senso di solitudine che spesso ci assale durante l’anno.
La mezzanotte si avvicina e aumentano i botti e i fuochi d’artificio. Lo scorso anno, niente di tutto questo, qualche petardo, un po’ di trictrac e alcune fontanelle luminose a uso strettamente fanciullesco. Quest’anno no. Più si avvicina la mezzanotte e più i botti aumentano. Per assurdo anche questo è un segno preciso che la gente ha ripreso a spendere. Arriva il sindaco e una parte della giunta comunale. Gli auguri sono doverosi e Giuliano Palma interrompe la sua noiosissima sequela di cover natalizie. Gli auguri, però, si perdono tra i botti che nel frattempo hanno iniziato a farsi bombardamento. Fontanelle, petardi potenti che non vorremmo fossero “Kim ‘o coerano” e tanti fuochi d’artificio che esplodono in continuazione nel cielo. Meno tre, due, uno “buon anno” e scoppia la guerra.
Una cappa puzzolente di polvere pirica e zolfo si posiziona proprio lì, sopra il palco, tanto da sembrare la nuvoletta (e che nuvola) di Fantozzi. Di solito, subito dopo la mezzanotte si riprende a suonare, a far ballare e divertire ma questa notte, e lo comprendiamo perfettamente, almeno fino a quando la nuvola di polvere pirica non scompaia sarebbe impossibile. Eppure, il sindaco aveva firmato l’ordinanza per un uso consapevole dei botti. Benedetta voglia di divertirsi!
PS: Da musicofili, una riga sulla band e su Giuliano Palma vogliamo sprecarla. Niente affatto empatica, la proposta musicale ha avuto, in qualche momento, cedimenti che potremmo definire senili. 350 euro, fumi compresi, il giusto compenso.