La mania dei capoclasse

di MASSIMO CONSORTI –

Una volta, tanto tempo fa, mi capitò di fare “il capoclasse”. Venni eletto a schiacciante maggioranza senza aver fatto un minimo di campagna elettorale, senza aver offerto la pizzetta a nessuno, senza aver fatto fare un tiro furtivo all’unica sigaretta che avevo in tasca ai miei compagni che fumavano. Non essendo figlio del sindaco, del farmacista, del geometra, del maresciallo dei carabinieri e del parroco, quella nomina sorprese innanzitutto me, un po’ scavezzacollo ma sempre gentile e ammodo, in fondo una personcina per bene. Lo so che a votarmi furono principalmente le compagne di scuola, ma su questo permettetemi di avere il classico pudore del gentiluomo. La notizia fu accolta in casa con soddisfazione ma anche con molto stupore, nessuno dei miei avrebbe mai immaginato tanto.

Il problema sorse però quando il maestro mi impose di prendere i nomi dei cattivi durante una delle sue frequenti assenze dalla classe. In piedi, davanti alla lavagna sulla quale aveva tirato una linea verticale con “Buoni” da una parte e “Cattivi” dall’altra, non mi sentivo potente, solo cretino; uno spione che per il mio carattere era una posizione esistenziale scomodissima. Mi dimisi di lì a poco, giusto il tempo di vedere il mio nome sempre nella lista dei “Cattivi”, con tanto di punizioni annesse.

Questo infantile, ma niente affatto dolce ricordo, mi è tornato in mente dopo aver visto le immagini dell’ambasciatrice Usa all’Onu, la signora Nikki Haley ex governatrice del South Carolina, bacchettare i 128 rappresentanti di tutto il mondo che avevano votato contro gli Stati Uniti nella vicenda “Gerusalemme capitale d’Israele”. Con piglio da vero cow boy, la signora Haley è andata sul palchetto del relatore e, con lo sguardo assassino ha detto: “Ho preso i nomi di tutti quelli che hanno votato contro, vi assicuro che non ci dimenticheremo”. Poi, in piena enfasi patriottica ha aggiunto: “Vi ricordo che gli Stati Uniti sono i maggiori contribuenti dell’Onu, provate ora a chiedere altri soldi”. Ci sono ricatti e ricatti ma, quello economico è il peggiore perché viene appena prima (Al Capone docet), dell’eliminazione fisica del ricattato.

Continua l’America First di Trump, la logica perversa secondo la quale l’interesse degli americani viene prima di quello di tutti gli altri paesi. Grazie a questo modo quacquero di intendere la politica, l’America si è praticamente isolata dal resto del mondo tanto che ultimamente, hanno visto Putin ridere come un ubriaco qualsiasi nella sua dacia. Siamo tornati ai “Buoni” e “Cattivi”, siamo tornati alle elementari, siamo tornati agli spioni e agli imbecilli. Un passo avanti notevole per l’umanità.