Anna Ranalli, la sambenedettese che diventò Miss Europa

foto Archivio Istituto Luce

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

L’11 giugno di sessant’anni fa la bellissima sambenedettese Anna Ranalli conquistò il titolo di Miss Europa. Oggi Anna è una signora di 78 anni, alla quale dedichiamo questo articolo: un omaggio alla sua carriera – 

Anna Ranalli è una signora di 78 anni, con un passato di quelli che ci scrivi su un bel libro biografico, del genere “se vuoi, puoi”. Se vuoi farcela, se ti impegni, se hai motivazione e determinazione, da qualche parte arrivi. Lei, secondogenita di tre sorelle, da ragazza aveva la vocazione di diventare Miss. E ci riuscì, nel 1960, a diciotto anni. Anna è nata a San Benedetto del Tronto, nel gennaio del 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale. Per la cronaca, proprio nel giorno della sua nascita, il 21, in Libia avveniva la battaglia di Tobruch che contrapponeva le forze britanniche a quelle italiane. Ma non c’era solo la guerra nel mondo. L’industria cinematografica americana era già potente. Proprio in quell’anno, il 1942, uscì “Casablanca” con un formidabile Humphrey Bogart e una straordinaria Ingrid Bergman. E, sorpresa, è l’anno in cui il pubblico americano conobbe “Bambi” il film d’animazione della Walt Disney.

In Italia, gli Studi Cinematografici di Cinecittà erano attivi e nel 1942 uscì “Quattro passi tra le nuvole” con Gino Cervi. Naturalmente, queste circostanze e produzioni sono irrilevanti nel racconto che stiamo proponendo, se non per contestualizzare un certo clima. Se da un lato eravamo nel pieno di una tragedia, una delle peggiori guerre di sempre, dall’altra c’era un fiorire di iniziative culturali che hanno fortificato le potenzialità future, facendo sognare e sperare le giovani generazioni che sono nate in quegli anni e cresciute nel dopoguerra.
Anna appartiene a questi giovani. Sente il richiamo delle scene, del pubblico. A quindici anni partecipa alle selezioni per Miss Mondo, a Rimini, con un piccolo stratagemma: si iscrive con il nome della sorella che è un po’ più grande. Ma naturalmente viene esclusa, quando rivela la sua vera età. Quindici anni sono proprio pochi.

A sedici, lascia gli studi di Ragioneria a San Benedetto e tenta la grande avventura: frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia. É la svolta della sua vita. In quei tempi c’era una figura di riferimento nell’ambito dello spettacolo e dell’intrattenimento: l’impresario Ezio Radaelli, organizzatore di concorsi di bellezza, come Miss Italia, ideatore del Cantagiro, curatore di alcune edizioni del Festival di Sanremo e diversi programmi televisivi, come quello con una giovanissima Loretta Goggi. Ed era un abile scopritore di talenti, da Lucia Bosè a Gina Lollobrigida. Ebbene, nel 1960 Radaelli sceglie Anna Ranalli per partecipare al concorso di Miss Europa, realizzato in Libano. Scelta giusta e vincente.

L’undici di giugno la Ranalli viene “incoronata” a Beirut come la più bella d’Europa. Un risultato importante che, come spesso avviene in questi casi, apre ad altre opportunità.
Inizia la carriera di modella, studia canto, incide alcuni dischi, partecipa a programmi televisivi, recita in alcune parti cinematografiche. In quegli anni andavano i film mitologici e il genere commedia. Forse il suo nome non è conosciutissimo, oggi, ma quello che piace è nell’assunto iniziale: il partire da una cittadina di provincia, per quanto San Benedetto del Tronto fosse negli anni ’50 già ben proiettata come richiamo turistico dell’Adriatico, ed “osare” quello che le sue coetanee potevano solo fantasticare.

É simpaticissimo rivedere i filmati in bianco e nero dell’elezione a Miss Europa e del ritorno in Italia a Ciampino con i successivi festeggiamenti trionfali a San Benedetto, facilmente reperibili nel web. Fa effetto ascoltare la voce narrante che gioca ironicamente sui doppi sensi affettuosi e ammiccanti per il tempo, elencando le “misure” della giovane. Era una televisione che cercava di essere moderna e modaiola, nonché mondana, all’americana, quando la cultura antropologica era più che mai patriarcale, con ruoli ben distinti, differenze nette tra uomo e donna. Ma in fondo, il ’68 era alle porte e quella forte ventata hippy, che molto ha contribuito nel modificare usi e costumi, era in arrivo anche in Italia, dopo aver attraversato l’America con i suoi proclami di controcultura, i suoi miti e le relative derive. Flussi storici che molti di noi ricordano bene, avendoli vissuti da adolescenti incuriositi e un po’ esaltati.

Sì, ci piace la storia di Anna Ranalli, che per qualche tempo è stata il mito di bellezza, della “moglie” da desiderare. Nell’ingenuità di una cultura ancora legata agli schemi, le ragazze come lei, belle e in vista, diventate famose, ricevevano molte proposte di matrimonio. Nel suo caso, sembra ci sia anche quella di un sultano che aveva ancora spazio nel suo harem: aveva solo sei mogli! Ma Anna sapeva guardare la propria strada con una modernità di pensiero inusuale e con l’ironia di chi sa giocare con i dettagli, come quando, in un filmato sull’elezione a Miss Europa, mostra le sue scarpe: misura 40.

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