Viaggio ad Acquasanta Terme

di AMERICO MARCONI –

Le origini di Acquasanta sono tutt’uno con quelle delle sue terme di acqua salso-solfurea. L’antico tratturo fu trasformato in via consolare e Ottaviano Augusto volle un grande ponte che ancora sovrasta il torrente Garrafo. Opere che resero più agevole l’accesso alla località Ad Aquas. Dove già il console Muzio Planco venne ad alleviare i suoi mali. Risultato che non aveva raggiunto frequentando le terme toscane. Dopo di lui giunsero numerosi romani, soprattutto guerrieri che portavano nelle ossa l’umidità degli accampamenti e il peso delle armi. Nell’800 vi si fermò Carlo Magno, in cammino verso Roma per farsi incoronare imperatore da Papa Leone III. E Giuseppe Garibaldi nel 1849 con Nino Bixio e il  suo piccolo cane Guerrillo, azzoppato nelle campagne militari americane.

In tanti siamo stati ad Acquasanta seguendo i nostri genitori. Dopo aver caricato la Fiat 500 di bagagli e bottiglie di pomodori partivamo: io, mio padre e mia madre. Stavamo in affitto poco sopra le terme. Per noi ragazzi il divertimento più grande erano i bagni e i tuffi nella piscina naturale. Un’autentica meraviglia della natura. Chiusa da tempo per ragioni di sicurezza, ma con un ambizioso progetto che nel giro di un paio di anni la renderà ancora godibile. Proprio quest’estate decido di tornarci con mia moglie Diana. Alloggeremo all’Albergo Italia nello Stabilimento Termale, dove stavano “i signori”, come diceva babbo. Appena arrivo in un luogo, anche se conosciuto, cerco libri e cartine. Trovo ogni cosa, grazie all’attenta disponibilità dell’amica Vania, al punto informazione dell’Associazione Turistica. Spicca il raro libro di Antonella Picciotti “Una storia. Una vita” sull’attività letteraria di Angela Latini, insegnante e scrittrice. Denso di spunti e ricordi: “La Luna nell’uso e costume di Acquasanta, ha il posto in primo piano. La luna buona è quella crescente, la luna non buona è quella calante. La parola luna ricorre spesso nel discorso degli agricoltori delle terre acquasantane, avare perché a piccoli appezzamenti per lo più in collina o in montagna. La semina, l’interramento delle patate, tutti i lavori dei campi sono regolati dalla luna”.

Oltre alle numerose cure termali (fanghi, bagni, idromassaggi, inalazioni) cosa si può fare in un luogo come questo? Tra percorrere itinerari naturalistici più o meno impegnativi e ammirare le numerose opere d’arte circostanti, c’è l’imbarazzo della scelta. Per non parlare delle specialità culinarie: funghi cucinati in tutti i modi, marroni tra i più buoni, le insuperabili dolcissime meringhe (gli spumini). Tuttavia c’è un sapore aggiunto per chi ci torna dopo anni, convinto di rimpiangere qualcosa che per sempre è andato perduto. È il sapore della scoperta di persone, voci, usanze, piante che qui crescono rigogliose e vive.

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