Porchia e il restauro della Chiesa di Santa Lucia dopo il terremoto

di GIUDITTA CASTELLI –

PORCHIA – L’entroterra piceno è ricco di tesori spesso conosciuti solo agli addetti ai lavori. É il caso della Chiesa di Santa Lucia di Porchia, datata 13 dicembre 1521 e fatta costruire dalla sorella del papa Sisto V, probabilmente sopra ad una chiesa preesistente, come citato in un documento del 1942.  Da allora l’antica struttura ha dovuto soccombere a vari terremoti e ogni volta ha subito notevoli modifiche, ampliamenti e accorpamenti. L’ultimo sisma, quello del 1997 ha reso inagibile la struttura, fino ad allora uno scrigno di preziosi  e meta di appassionati e scolaresche: un affresco che raffigura la Natività e Sant’Antonio di Padova datato 1515  nella cripta ed attribuito a Giacomo Bonfini mentre, fino al 24 agosto 2016, giorno del terremoto sull’altare maggiore si trovava la bellissima pala raffigurante la “Madonna con Bambino e San Giovanni Battista, San Sebastiano, Santa Caterina di Alessandria e Santa Lucia” di Vincenzo Pagani (1490-1568), ora depositati presso i locali comunali e la Pinacoteca Civica di Montalto in attesa di essere restituiti al luogo di provenienza.

Attualmente, infatti, è in corso di svolgimento il cantiere e la riapertura al pubblico è prevista per fine anno, salvo imprevisti. Il progetto di restauro è stato affidato ad una figlia di quel luogo, l’architetto Simona Carlini, che si racconta: «Sono nata e cresciuta in campagna e circondata dalla bellezza dei borghi rurali ascolani, coltivo da sempre l’amore per la storia e le tradizioni locali, tramandatemi dai racconti dei miei nonni e delle persone che mi circondavano.  Questo amore unito alla curiosità per il lavoro e l’ingegno dell’uomo, per il fatto a mano, per il progetto, per la costruzione, per la qualità, mi portano ad approfondire i temi del costruito storico e della bioedilizia, intesa come materiali legati all’antichità».

I lavori di restauro sono stati affidati a seguito di gara d’appalto alla ditta Giancarlo Mariani srl di Ascoli Piceno, impresa di eccellenza del nostro territorio per quanto riguarda i lavori su edifici storici. I lavori stimati sono di 289.923,62 e l’impresa si è aggiudicata  la gara con un ribasso d’asta dell’11,25% . Scendendo nello specifico l’architetto Carlini spiega che gli interventi progettuali di consolidamento riguardano in ampia parte le murature, interessate da importanti interventi di cuci-scuci per il ripristino della consistenza muraria, minata dalla disgregazione interna dei muri a sacco e soprattutto dalle varie opere di trasformazione che si sono susseguite nei secoli con chiusure e aperture di varchi e passaggi. Queste hanno causato importanti lesionamenti con il sisma.

Sono previsti, inoltre, interventi di consolidamento delle navate con cordoli sommitali in acciaio e catene, un intervento sull’abside con funi d’acciaio per impedire i meccanismi di rototraslazione e interventi di consolidamento delle capriate in legno.  All’interno verranno poi consolidate e/o ricostruite le volte in camorcanna e ripristinate le cornici e le fasce marcapiano in stucco, distaccatesi con l’evento sismico.

Copyright©2018 Il Graffio, riproduzione riservata