Force, il 2018 sarà l’anno della ricostruzione privata

di REDAZIONE –

Presto saranno avviate tutte le opere finanziate, compresa la nuova scuola che è in fase di progettazione. Criticità sull’appalto nazionale, c’è qualcosa da rivedere

FORCE – «I numeri ci dicono che a distanza di un anno dal terremoto c’è stata una risposta importante da parte dello Stato. Poi le recenti modifiche, apportate dal Commissario Straordinario, hanno reso noi sindaci protagonisti della ricostruzione e accelerano, di fatto, la fase di cantierabilità delle opere», così il sindaco di Force, Augusto Curti, esordisce soddisfatto per il piano delle opere pubbliche.

A Force è in fase di progettazione la nuova scuola, altri lavori sono già iniziati ed entro il 2018 saranno avviate tutte le opere finanziate. Per quanto riguarda la viabilità comunale e provinciale del territorio, il primo cittadino ringrazia l’Anas, la Regione e la Provincia per il grande impegno e, in particolar modo, per la risposta data al movimento franoso presente in Contrada Lame, che ha provocato parecchi disagi ai residenti. Inoltre grazie alle donazioni della Croce Rossa Italiana, della Caritas, dell’Associazione Libera e del Bim e di tanti altri, sarà possibile un’immediata ripresa delle attività socio-economiche e culturali a Force.

«Il 2018 – spiega Curti – dovrà essere l’anno della ricostruzione privata. La Regione Marche e il Commissario stanno lavorando a un’ordinanza che semplifichi le procedure di presentazione dei progetti. Attendiamo delle novità per i primi di gennaio. Dopodiché non potranno esistere altre scusanti: c’è bisogno che ognuno faccia la sua parte”. A Force le domande di ricostruzione privata presentate sono molto poche, non arrivano a dieci e di queste solo una risulta finanziata. «Sono comunque ottimista – continua il sindaco –  superata questa fase di incertezza, i numeri saranno diversi».

Per quanto riguarda le Strutture Abitative di Emergenza (Sae), ne sono state richieste solo sette, i lavori sono conclusi e l’Amministrazione conta di consegnarle dopo l’Epifania, quando saranno testati gli impianti. Sono stati segnalati interventi sulle finiture che vanno sistemati prima della consegna, anche se, dal sopralluogo della scorsa settimana, al netto degli impianti, ci sono le condizioni necessarie per l’abitabilità.

Il problema rimane il ritardo della consegna e il sindaco Curti, pur sottolineando la lunga attesa per i suoi cittadini, tiene a precisare che il problema non si risolverà con la polemica o, peggio ancora, con la strumentalizzazione politica, ma dando una risposta, soprattutto in questa fase, alle famiglie che ancora non hanno un’abitazione e, nel caso, segnalare formalmente eventuali lavori eseguiti male che dovranno essere sistemati prima della consegna.

«Quando sarà stata consegnata l’ultima Sae allora sarà il momento per la Magistratura e non per gli Amministratori di valutare le responsabilità» afferma Curti, tornando a ribadire il principio per cui non si può sacrificare la sicurezza in nome della velocità «Alle istituzioni è stato richiesto di mantenere l’identità delle comunità colpite dal sisma per evitare un irreversibile spopolamento, e questo può aver causato i ritardi. Se penso che per me è stato complicato individuare un’area sicura per solo sette Sae, non invidio i colleghi che ne avevano di più. Le criticità maggiori le ho riscontrate sull’appalto nazionale, che è da rivedere. Bene invece la gara in via preventiva, ma è impensabile che tre sole aziende possano realizzare quasi 4mila case in un anno. Anche i contratti di subappalto andrebbero rivisti. Ci sarebbe, inoltre, da valutare l’ipotesi di almeno due tipi di struttura: una per l’area montana, un’altra per l’area più vicina alla costa. Insomma ci sono alcune cose da rivedere, ma l’ossatura c’è».