di EUGENIO DE ANGELIS –

In una stagione prolifica di uscite come quella autunnale non è facile destreggiarsi tra la selva di titoli, eventi speciali, film-concerto, documentari, esclusive streaming che attendono gli spettatori al varco ogni giovedì. Questa rubrica nasce quindi con l’intento di segnalare, settimana dopo settimana, i titoli più interessanti in uscita, senza limitazioni particolari, andando ad abbracciare tanto il cinema d’autore quanto i blockbuster più popolari e i film di genere, e fornire così ai lettori le coordinate per scegliere il film più adatto alle loro esigenze. Prima di incominciare con le nuove uscite può essere utile fare una panoramica sulle pellicole distribuite nell’ultimo periodo.

Tra i film di maggiore successo del periodo pre-natalizio va sicuramente annoverato Justice League, la risposta DC agli Avengers della Marvel. Il regista Zack Snyder, che ha dettato le linee guida per quello che di fatto è diventato l’altro universo cinefumettistico, è dietro la macchina da presa anche di questa ultima fatica. Justice League rappresenta sicuramente il progetto più ambizioso della casa, in quanto riunisce i principali eroi dell’etichetta, ovvero Batman, Superman, Wonder Woman (film che ha risollevato le quotazioni DC al cinema, soprattutto in America), Flash e, per la prima volta sul grande schermo, Aquaman. La DC si è sempre distinta dalla Marvel per una maggiore seriosità, tanto di toni quanto di atmosfere, ma i risultati sono stati raramente all’altezza delle aspettative (si esclude qui la trilogia di Nolan, considerata esterna al canone). Per questo con Justice League Snyder sembra fare un passo incontro alla leggerezza che ha caratterizzato gli ultimi film Marvel, un processo iniziato con il precedente Suicide Squad e qui ulteriormente amplificato dall’apporto in sede di sceneggiatura di Joss Whedon, artefice di quel primo Avengers che ha poi determinato il tono di tutta la produzione successiva (fino all’esasperazione di I guardiani della galassia). Autore di un cinema sempre molto muscolare, serioso ai limiti del ridicolo involontario e incapace di (auto)ironia, come prevedibile Snyder non è riuscito a integrare in maniera armonica un registro che non gli appartiene all’interno di quest’ultima fatica. Pur senza mai raggiungere le vette qualitative della Marvel, la DC era riuscita, almeno finora, a dare un’identità precisa alle proprie pellicole, chissà che questo ripensamento delle proprie idee non assesti il colpo di grazia a un universo superoistico che non ha mai davvero sfondato nonostante i grandi nomi su cui può contare.

Cinema di tutt’altro genere è quello rappresentato da Breath, in Italia Ogni tuo respiro, opera prima di Andy Serkis (l’attore che ha prestato le movenze a Gollum, King Kong e Cesare di Il pianeta delle scimmie), presentato come film d’apertura all’ultimo festival di Londra e poi passato a Toronto. Un film biografico dall’alto coefficiente emozionale che racconta la storia di Robin Cavendish, poliomelitico inventore di una sedia con respiratore automatico, della sua lotta con la malattia e dell’incrollabile rapporto con la moglie Diana. Un’opera girata con tocco delicato e con il giusto grado di empatia per i personaggi, un film sentimentale e romantico senza essere melenso che rappresenta probabilmente la scelta migliore per tutte le coppie in cerca di una serata al cinema o per chi ama emozionarsi nel buio della sala.

Altri due film di rilievo sono usciti direttamente in streaming, rispettivamente su Infinity e su Netflix. Il primo è Le donne della mia vita (20th Century Woman, 2016) di Mike Mills, sorpresa del cinema indipendente americano della scorsa stagione che ha fruttato una candidatura all’Oscar alla protagonista Annette Bening e finalmente in arrivo anche in Italia. Ritratto di donna ambientato nei tardi anni 70 e incentrato sul suo rapporto col figlio e con la comunità nella quale vive, è una commedia drammatica sospesa tra nostalgia e romanzo di formazione. L’altro titolo, già passato sugli schermi dell’ultima Mostra di Venezia, è il documentario Jim & Andy di Chris Smith, straordinaria testimonianza di come Jim Carrey affrontò il ruolo di Andy Kaufman nel film Man on the Moon, un’immedesimazione totale che lo portò a diventare Kaufman, senza mai uscire dal personaggio, neppure fuori dal set. Documentario in grado di andare oltre la forma del classico backstage da extra di un dvd, si fa gioco nel quale realtà e finzione si mescolano, riflessione sulle maschere e inedito ritratto di un attore troppo spesso identificato solo con la propria ineffabile mimica.

Per i più piccoli – ma anche per tutti gli appassionati d’animazione – è da segnalare infine la nuova fatica di Enzo D’Alo che, dopo aver confezionato alcuni piccoli gioielli come La gabbianella e il gatto e Momo alla conquista del tempo, si è ripresentato in sala con Pipì, Pupù e Rosmarina in il mistero delle note rapite, primo lungometraggio tratto da una fortunata serie televisiva d’animazione realizzata dallo stesso regista. Gli adulti non si lascino scoraggiare da animali antropomorfi e dalla trama elementare, perché D’Alò rappresenta da oltre due decenni una delle più alte forme di artigianato animato in Italia, un patrimonio da proteggere e sostenere.