“Antigone” di Sofocle nella rilettura di Alessandro Pertosa in scena al Teatro Romano di Falerone

Il drammaturgo Alessandro Pertosa e il regista Andrea Anconetani

di REDAZIONE –

FALERONE – Domenica 30 luglio, presso il Teatro Romano di Falerone, nell’ambito del TAU (Teatri Antichi Uniti) – prestigiosissima manifestazione organizzata dall’AMAT – la compagnia teatrale Nuovi Linguaggi porterà in scena Antigone. L’opera scritta da Alessandro Pertosa, per la regia di Andrea Anconetani, è interpretata da due artisti bravissimi come l’attrice romana Melania Fiore (Antigone) e l’attore marchigiano Giorgio Sebastianelli (Creonte). L’Antigone di Pertosa è un testo che pur richiamandosi al classico presenta dilemmi contemporanei. Quanto alla scrittura, si tratta di una rivisitazione completa del noto testo sofocleo, a cui attinge, distanziandosi però in modo marcato sia nella forma, sia nel contenuto.

«Questa Antigone – sostiene Pertosa – è la messa in scena di un incubo. Si svolge nei meandri della mente di Creonte. Ciò che accade è una proiezione delle ossessioni che perseguitano il Re di Tebe, dopo aver mandato a morte sua nipote, rea di non aver rispettato la legge della Città. Creonte sa di avere ragione, sa che il diritto è dalla sua parte, ma nel fondo della coscienza qualcosa lo turba. E così Antigone torna, in varie forme, a tormentargli il sonno. Torna a dirgli che la legge del potere e quella del cuore non possono coesistere. E che chi vuole risolvere la vita, chi pensa di poter dettare le regole deve far i conti, comunque, con la contraddittorietà del reale, che produce dolore e strazio: perché il cerchio non si chiude, i conti non tornano mai. Legge e cuore, potere e amore confliggono da sempre. Queste due condizioni opposte si equivalgono: l’una non è maggiore dell’altra. Entrambe hanno pari dignità. Entrambe hanno ragione di esistere. E anche se si elidono a vicenda, anche se non c’è alcuna possibilità di farle coesistere, stanno lì, con la loro forza contrapposta a dilaniare chiunque ne subisca il feroce dominio».

La messa in scena corona un sodalizio artistico più che decennale tra Alessandro Pertosa e Andrea Anconetani, regista, che dirige lo spettacolo anche nella versione spagnola. Antigone, infatti, è una tragedia per due attori frutto di uno sforzo produttivo internazionale. L’opera è coprodotta in Italia da Nuovi Linguaggi e in Spagna da Culturarte 41010 (Siviglia). E a precisare proprio la genesi e lo sviluppo del lavoro di Antigone il regista Anconetani nota come lo spettacolo nasca «in una dimensione europea. Le premesse alla produzione prendono avvio durante i lavori di un progetto di ricerca teatrale svolto tra il 2020 e il 2022 attraverso il progetto Erasmus+ “Hi-Storytelling” in Italia, Spagna e Portogallo. Durante lo svolgimento di questo progetto si sono infatti sviluppati i legami artistici fra i componenti dell’Associazione Nuovi Linguaggi di Ancona e gli attori spagnoli della compagnia “Culturarte 41010” di Siviglia, che hanno condotto alla decisione di affrontare uno sforzo produttivo comune. La scelta di lavorare sul tema di Antigone è stata pressoché naturale. La vicenda di Antigone è stata infatti lungamente meditata dal drammaturgo Alessandro Pertosa già molto tempo prima della decisione di effettuare questa rilettura. L’opera in questione è pertanto una completa riscrittura che origina dal testo sofocleo e le è chiaramente debitrice, ma in un elaborato nuovo che tenta di indagare soprattutto gli irrisolvibili rapporti tra legge, amore, potere e destino».

Copyright©2023 Il Graffio, riproduzione riservata