Progetto edilizio sulle case basse, il disappunto di Gino Troli: «Tuteliamo la nostra identità culturale»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Non è possibile che la nostra città debba perdere in maniera definitiva alcune delle ultime testimonianze della propria storia e della propria cultura». A parlare, a nome del comitato per la tutela della casa bassa composto da tante associazioni cittadine, è Gino Troli, uno dei fondatori del comitato che si è costituito alcune mesi fa proprio al fine di tutelare le caratteristiche strutture che rappresentavano la case marinare sambenedettesi. Troli si rivolge al sindaco Antonio Spazzafumo e alla Soprintendenza delle Belle Arti e Paesaggio delle Province di Macerata, Ascoli e Fermo anche in seguito alla diffusione di un progetto edilizio che, in questi giorni, viene promozionato sui vari canali social e non solo, che interessa le strutture di via degli Orti, in centro a San Benedetto.

Il comitato, nei mesi scorsi, aveva effettuato un’attenta ricognizione nel centro storico della città di San Benedetto e constatato come siano pochi gli esemplari di “casa bassa” rimasti: una non molto significativa in  Via Palestro, una in via  Laberinto ma soprattutto il blocco di case basse tra via Cairoli e via degli Orti, che rappresenta il più significativo e conservato, con area verde intorno. «Quel blocco – hanno più volte ribadito dal comitato – può costituire un esempio rappresentativo sia della tipologia architettonica che della modalità abitativa». In questi giorni è invece stato veicolato un progetto che nulla ha a che vedere con quanto è stato posto al centro del dialogo con l’amministrazione comunale e per questo il professor Troli, presidente del Circolo dei Sambenedettesi, lancia un appello proprio al primo cittadino.

«Il nostro comitato – spiega – era rimasto alla promessa di impegno, fatta dal sindaco, su questo tema. In città sembra che al momento si debba parlare soltanto di Ballarin ma c’è anche altro almeno della stessa importanza.La memoria residua di San Benedetto si salvaguarda anche non permettendo un attentato alla storia che fa  di un segno della marineria un inutile ennesimo appartamento con garage per un singolo privato di un bene collettivo. Facciamo qualcosa. Il sindaco Spazzafumo ha il cuore sambenedettese come il nostro e sono convinto che non si assumerà questa responsabilità con le future generazioni. Noi non vogliamo farlo, si unisca a noi».

Il Comitato per la tutela della casa bassa a San Benedetto è costituito da Gino Troli, presidente del Circolo dei Sambenedettesi; Federico Falaschetti, presidente dell’Associazione Pescatori Sambenedettesi; Igor Baiocchi presidente del Circolo Nautico Sambenedettese, Adele Gabrielli presidente del Gruppo Fai San Benedetto; Mario Sfrappini, presidente del Lions Club San Benedetto, Alessandro Speca, presidente del Rotary Club San Benedetto Nord e il premio Truentum 2019 Giacomo Vespasiani. Il Comitato è nato per iniziativa spontanea e volontaria di alcune associazioni che vedono nel rischio di scomparsa di questa tipica abitazione che ha caratterizzato fin dal ‘700 la vita marinara e la nascita della cosiddetta Marina che è all’origine della San Benedetto attuale.

«La perdita o lo stravolgimento del significato architettonico e urbanistico di questo manufatto sarebbe una ferita irreparabile al volto storico della marineria che ha visto due case, una di mare, la paranza, e una a terra, la casa bassa. – spiegano i promotori – È per questo che si è voluto lanciare l’allarme sulla incuria a cui sono da anni abbandonate e sul rischio che una iniziativa privata sottragga alla città questo bene collettivo che potrebbe diventare museo della casa sambenedettese e anello della memoria cittadina alla pari di altri luoghi della memoria come Casa Piacentini, Musei del mercato Ittico, Palazzina Azzurra».

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