San Benedetto e il Lungomare di Luigi Onorati, 90 anni dopo

di GIANCARLO BRANDIMARTI –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Immaginiamo una spiaggia, ancora in larga parte selvaggia, sulla quale passeggiano eleganti signore con l’ombrellino, al braccio di gentiluomini con paglietta e bastone, mentre marinai seminudi scaricano le “coffe” piene di pesce appena pescato e pronto da vendere: è l’icona della nostra città negli Anni Trenta, quando il regime spinge per lo sviluppo del turismo, ma a San Benedetto è forte il dibattito fra chi ritiene dannosa questa novità e insiste, con una punta di romanticismo, sulla vocazione marinara e peschereccia. In questo clima teso, l’Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo, d’accordo con l’autorità comunale, decide di rompere gli indugi e di affidare all’ingegner Luigi Onorati il progetto per realizzare la “Passeggiata a Mare”, opera destinata a strutturare lo spazio anonimo posto al limitare della spiaggia e a conferirgli un carattere identitario e originale.

San Benedetto trovò nella progettualità di Onorati il genio capace di immaginare e configurarne il carattere distintivo e la scenografia della nascente città turistica: egli concepì il lungomare come un vero e proprio parco urbano, dimostrando grande lungimiranza e passando sopra alle critiche di chi lo considerava troppo ambizioso ed esagerato per la realtà di San Benedetto, in considerazione del fatto che nessuno dei centri di villeggiatura più famosi d’Italia aveva un viale panoramico del genere. Il tratto di lungomare compreso tra la rotonda e il ponte sull’Albula fu inaugurato in occasione della festa della Madonna della Marina nel 1932 e di lì a poco sarebbe stato intitolato a Tommaso di Savoia, duca di Genova, quando il figlio Ferdinando presenziò alla posa della prima pietra del Mercato Ittico, altra opera d’arte frutto del genio di Onorati.

Oggi il Lungomare di San Benedetto, certamente uno dei più belli d’Italia, è un vero e proprio monumento diffuso, vista la sua estensione e la sua varietà, ma rischia di essere banalizzato per assuefazione. É per dovere civico che il Circolo dei Sambenedettesi ha voluto cogliere l’occasione di questo anniversario per realizzare un docufilm che vuole essere una memoria destinata alle generazioni future perché sappiano riconoscere dalle opere l’eredità e i meriti di coloro che hanno amato davvero la nostra Città, al di là delle convinzioni politiche e delle connotazioni ideologiche e personali, solo perché animati da puro gusto estetico e dalla coscienza di aver fatto del bene al luogo dove si vive e in cui ci sentiamo accolti.

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