“La bambina sputafuoco”, una commovente storia d’amicizia nel romanzo di Giulia Binando Melis

(foto di Eliana Enne per Il Graffio.online)

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «A me mi vogliono uccidere. Ma io sputo il fuoco e li trasformo tutti in spiedini.» Si apre così “La bambina sputafuoco” (ed. Garzanti), romanzo d’esordio di grande successo di Giulia Binando Melis diventato il caso letterario dell’anno, presentato sabato 9 luglio al Circolo Nautico Sambenedettese nell’ambito della rassegna “Incontri con l’autore” (a cura dell’associazione I luoghi della scrittura e della libreria Libri ed Eventi, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale). A condurre la serata, accanto a Mimmo Minuto e Alessandra De Angelis, le studentesse del liceo linguistico Giorgia, Vicky, Samantha e Megan coordinate dalla loro insegnante Valentina Faragalli, secondo una formula innovativa che ha coinvolto il pubblico e conquistato l’ospite. Una storia di amicizia commovente raccontata attraverso gli occhi dell’infanzia, secondo una prospettiva giocosa filtrata dall’ingenuità e dalla purezza. La storia di Mina, che ha otto anni ed ha il Linfoma di Burkitt e sa che i malati sono dei “brutti ceffi” che nessuno vuole accanto, hanno la pelle gialla e sono senza capelli a causa della chemio, ma hanno un super potere: l’immaginazione. «La fantasia è il modo per muoversi quando il corpo deve rimanere dov’è». E Mina si muove in mezzo agli altri protagonisti di questa storia straordinaria. Il Signore del tonno che le porta scatolette dell’unico cibo che riesce a mangiare, Fulvio delle mosche che ha sempre una sigaretta che pende dalle labbra, la maestra Alberta che le scrive affettuose letterine, Imma che ha le unghie che crescono colorate, Phil che le porta il farmaco direttamente dentro la vena del cuore e Lorenzo, che sputafuoco come lei. «Ho scelto La bambina sputafuoco come titolo pensando alla similitudine col drago, un mostro da cui le persone si tengono lontane che però, secondo le leggende, è il custode seduto sulla piramide piena di oggetti preziosi di ogni tipo. – spiega l’autrice – Mina è un drago e si sta prendendo cura di qualcosa di prezioso: la sua vita, la vita di Lorenzo e di tutti coloro che le stanno intorno».

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