La chiesa di Santa Maria della Rocca a Offida

La chiesa di Santa Maria della Rocca (foto di Americo Marconi)

di AMERICO MARCONI –

Guardare la chiesa di Santa Maria della Rocca dal lato orientale, dopo aver attraversato il paese di Offida, e vederla contro il cielo con il suo campanile a pianta quadrata e i Monti Sibillini dietro, attrae e stimola la vista. Ma osservarla da ponente, arrivando da Castignano, collocata sopra la precipite rupe, riempie di ammirazione. Per chi volle, a tutti i costi, proteggerla dagli smottamenti del terreno e dagli accadimenti della storia, nei secoli. Al suo posto c’era il Castello di Offida fondato probabilmente durante l’invasione longobarda del VI secolo. Nel 1039 Longino d’Azone – di origine franca o tedesca – signore di Offida, donò all’Abbazia di Farfa, retta dell’abate Suppone, gran parte dei suoi possedimenti. Che si estendevano dal fiume Tronto al fiume Aso e dal monte Polesio (oggi Ascensione) al mare Adriatico. Tra essi spiccava il Castello di Offida e la chiesa di Santa Maria edificata dentro lo stesso castello. Piccola chiesa che fu ricostruita nell’XI e XII secolo. Per poi essere in parte abbattuta e ampliata nel 1330 dai monaci farfensi.

Ora si sviluppa su due piani. La parte inferiore o Cripta in cui si entra dal portale verso est in travertino scolpito con motivi floreali e animali. Nell’abside centrale e nelle cappelle risaltano i dipinti attribuiti al Maestro di Offida (sec. XIV-XV) come Le storie di Santa Caterina d’Alessandria e Le storie di Santa Lucia. Il Maestro di Offida fu un monaco pittore che ben recepì la lezione giottesca attraverso la scuola di Rimini ed è conosciuto per aver diffuso nel territorio piceno il tema della Madonna del Latte. Intorno al 1362, in una nicchia ogivale sempre nella cripta di Santa Maria della Rocca, dipinse ad affresco La Madonna del Latte tra San Benedetto e Sant’Onofrio. È stato detto che potrebbe aver rappresentato, per la sua collocazione, un altare al quale si raccoglievano le madri al momento del puerperio. Una specie di firma dell’autore sono le aureole, non dipinte ma in stucco a leggero rilievo con incisa una raggiera. (Nella foto dell’autore: Madonna del Latte, Maestro di Offida, XIV secolo)

Salendo una scala a chiocciola si entra in quella che era la chiesa originaria, ora chiesa superiore. A croce latina e unica navata, con transetto appena pronunciato e soffitto a capriate lignee. La pareti laterali un tempo erano completamente affrescate. Oggi restaurati si evidenziano tante figure e storie. Il primo affresco che s’incontra sulla sinistra è La Madonna del Latte e San Sebastiano. Eseguita nel XV secolo da un altro monaco pittore, Fra’ Marino Angeli originario di Santa Vittoria. Saremo attratti dall’abside principale e sicuramente alzeremo gli occhi verso gli affreschi del catino che il maestro Ugolino di Vanne da Milano eseguì nel 1423. È un trionfo della fede con Sette Profeti, otto Sante Vergini e dieci angeli musici. Un’importante storia e una più importante chiesa che meritano essere scoperte, o riscoperte.

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Madonna del Latte, Fra’ Marino Angeli, XV secolo (foto di Americo Marconi)