L’intervista – “Incontri bilanciati”, il nuovo romanzo di Christina B. Assouad

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ci sono due cose di Christina B. Assouad che mi porto sempre dietro quando finisco di leggere un suo romanzo: il sorriso, perché sa affrontare qualsiasi argomento con la leggerezza di chi guarda alle cose della vita dando loro il giusto peso senza farsene travolgere, e la consapevolezza che non esistono donne perfette a cui va sempre tutto bene o eroine capaci di superare qualsiasi avversità senza subirne le conseguenze. Insomma anche Valentina Colella, la biologa nutrizionista protagonista di Incontri bilanciati (ed. Morellini), romanzo presentato sabato 4 settembre al Circolo Nautico Sambenedettese nell’ambito della XV edizione degli “Incontri con l’autore”, è una di noi.

Il libro si apre con un’affermazione netta: “Prima o poi arriva per tutti il momento di salire su una bilancia.” Perché quel sottile ago rosso fa così paura?
Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, abbia chiuso gli occhi prima di sbirciare il verdetto della bilancia. I personaggi del mio romanzo temono che quel sottile ago rosso possa indicare una cifra non desiderata, un peso troppo grande da sostenere. In realtà la bilancia con cui la protagonista si trova a fare i conti è la bilancia della vita, quella in grado di misurare il peso dei desideri e delle mancanze, di ciò che è necessario lasciar andare e di quello che invece merita una seconda possibilità.

Sono tanti i personaggi che a turno salgono sulla bilancia della nutrizionista e uno dopo l’altro svelano qualcosa di sé attraverso il loro corpo. A quale di loro sei più affezionata?
Ho trascorso molto tempo in loro compagnia, alcuni mi hanno fatto ridere, con altri ho dovuto avere pazienza, altri li ho amati fin da subito e tra questi c’è sicuramente Armando Limone. È un autotrasportatore vegano, ha cinquant’anni, è bello e sa di esserlo. Si reca nello studio di Valentina Colella non tanto per sé, ma per i suoi tatuaggi che, per l’improvviso cambio di stile alimentare, hanno perso il fascino e la virilità di un tempo. È un personaggio che amo per la spontaneità, il sorriso seducente che ha sempre stampato in viso e il fascino che esercita su Valentina.

Dietro questo romanzo c’è sicuramente stata una attenta attività di ricerca, lo si percepisce soprattutto da alcune storie, come quella delle gemelle Gaia e Gioia. Che legame c’è tra cibo ed emozioni?
Credo che sia successo a tutti di esagerare con il gelato o la cioccolata dopo una delusione amorosa, o una giornata pesante al lavoro. Il romanzo non è un manuale di nutrizione, vi garantisco che leggendolo non accumulerete peso né perderete i chili in eccesso. Mi piace che a rispondere alla tua domanda sia proprio Valentina Colella e citerò un suo pensiero: “Una sana alimentazione non significa solo mangiare correttamente, ma ricominciare ad amare, amare ciò di cui si ha paura, amare ciò che ci ha ferito. Per raggiungere il proprio peso ideale è necessario liberarsi degli accumuli lipidici, delle zavorre di rabbia, dalle pieghe adipose di delusioni e rimpianti. Ma soprattutto è importante credere che accettare di essere amati ci rende tutti più leggeri”.

Valentina è una di noi, anche lei ha paura di salire sulla bilancia della vita, si porta dietro un “macigno” che non sa ancora come affrontare.
In realtà il peso con cui si trova a fare i conti non si è accumulato attorno ai suoi fianchi o sulle cosce, ma si è depositato, direi precipitato, sul suo cuore. Si tratta della relazione mai risolta con suo padre, un rapporto che la costringe a prendere una decisione riguardo antiche e ingombranti emozioni, a capire in quale direzione vuole spostare quel sottile ago rosso.

Hai già affrontato il tema cucina in altri tuoi romanzi (Chef Love, ed. Rizzoli; Brodetto Galeotto, ed. Leggereditore). Che rapporto hai con il cibo?
Molto buono direi, amo i dolci, soprattutto quelli al cioccolato e ho un debole per il gelato. Scrivere di cibo mi piace, penso sia il cibo in sé a raccontarci molte storie, tradizioni, a farci scoprire le caratteristiche culturali di un territorio. Mi aiuta a unire i miei personaggi intorno a una tavola, a farli innamorare grazie a una cena romantica, a mostrarli maldestri quando messi alla prova davanti ai fornelli. In Incontri bilanciati mi ha permesso di mostrare il vissuto più profondo dei vari protagonisti, tutto ciò che si nasconde dietro una grande abbuffata o una dieta improvvisata suggerita da un magazine di moda.

Oltre che autrice sei insegnante di scrittura creativa. Quale consiglio senti di dare a chi sogna di diventare scrittore?
Se avete una storia e vi piacerebbe trasformarla in un romanzo o in un racconto, il consiglio che vi do è quello di scrivere sempre, ogni giorno, anche poche righe, anche scritte male e che, in fase di revisione, renderete perfette. Per scrivere bisogna allenarsi a farlo con costanza. Un esercizio che va accompagnato alla lettura. Quindi leggete, appassionatevi alle storie degli altri e cercate di capire perché vi sono piaciute o, al contrario, perché vi siete fermati a pagina cento. Leggete, scrivete, leggete e scrivete ancora.

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