Trotula de Ruggiero, prima ginecologa d’Europa

Miniatura della scuola salernitana, Trotula de Ruggiero al centro

di AMERICO MARCONI –

A Salerno, città con un importante porto, fin dall’VIII secolo iniziò ad aggregarsi un gruppo di persone praticanti l’arte della medicina. All’inizio s’incontrarono quattro viandanti sotto l’arco di un acquedotto. Era notte e per primo giunse il latino Salernus che si accucciò al chiarore di un lume e iniziò a curarsi delle ferite. Il greco Pontus s’avvicinò discreto per guardare la medicazione. Infine l’ebreo Elinus e l’arabo Abdela furono attratti anche loro dai gesti del latino. Così scoprirono di avere una comune passione: la medicina. Alla perfetta guarigione di Salernus decisero di fondare un sodalizio e dare inizio ad una scuola. Dove potessero raccogliere le varie esperienze sull’ars medica e divulgarle. Quel mitico incontro rappresenta la fusione di quattro tradizioni: la greco e latina, di Ippocrate e Galeno; con l’araba e giudaica, di Al-Kindī e Isacco il Giudeo. E l’istituzione della Scuola Medica Salernitana.

Scuola Medica che raggiunse la massima importanza nell’XI secolo. Proprio quando nel suo ambito si misero in evidenza figure femminili (Mulieres Salernitanae). Tra tutte intorno al 1050 spiccò Trotula de Ruggiero. Nata da nobile e agiata famiglia, nella Salerno longobarda e poi normanna che permetteva di studiare ad una donna e addirittura di esercitare la medicina. Ma un conto è esercitare la medicina e un altro è raggiungere il massimo grado nell’ambito della scuola, cioè il titolo di magistra (maestra). Sposò Giovanni Plateario, un altro medico magister (maestro). Ed ebbero due figli: Giovanni il giovane e Matteo che scelsero il lavoro dei genitori raggiungendo la stessa bravura. Trotula si occupò soprattutto della salute delle donne.

Infatti è conosciuta per tre opere. Nella prima De passionibus mulierum / Le passioni delle donne parla del corpo delle donne senza considerarlo, secondo la visione religiosa medievale, peccaminoso e impuro. Nella seconda opera De curis mulierum / La cura delle donne suggerisce erbe, rimedi, condotte igieniche e alimentari per i disturbi femminili. Nel De ornatu mulierum / Sull’ornamento delle donne è donna tra le donne e insegna a conservare e migliorare la bellezza femminile. Con l’uso sapiente di unguenti, profumi, bagni e massaggi. La sua figura troneggiò per secoli fino al Concilio di Trento, apice della Controriforma. Dove fu deciso di cancellare l’identità femminile di Trotula. Attraverso un semplice espediente: nei testi il suo nome diventò Trotulo. Ci vollero quattrocento anni per capire l’imbroglio e ridare dignità a Trotula, prima ginecologa d’Europa.

Questo articolo vuole essere un omaggio alla mia consorte Diana Giobbi, ginecologa, e all’Associazione Italiana Donne Medico di cui fa parte. Nella certezza che una donna medico – custode in sé del segreto della vita – sa curare con amore, scienza e coscienza ogni creatura. Anche nelle condizioni più difficili come l’attuale pandemia. Difatti al di là delle polemiche sui vaccini, che sono il frutto solo di paure, le responsabili e attente donne medico si sono già vaccinate.

Copyright©2021 Il Graffio, riproduzione riservata

Giornata Picena di Ostetricia e Ginecologia, l’intervento della dott.ssa Diana Giobbi