Padre Raniero Cantalamessa, il Cardinale dell’infinito

di AMERICO MARCONI –

Padre Raniero Cantalamessa, di origini marchigiane, sarà nominato Cardinale al Concistoro il 28 novembre di quest’anno. Lo ha annunciato Papa Francesco inserendolo tra i futuri tredici nuovi Cardinali. La notizia ha suscitato grande soddisfazione ed emozione. Come tanti abitanti del Piceno sono decenni che conosco padre Raniero. A farmelo notare per prima, autorevole e coltissimo, fu Paola, la mia storica segretaria e collaboratrice, che è una sua nipote. Tra i ricordi legati allo zio frate c’è un particolare affettuoso: da piccola padre Raniero la prendeva in braccio e lei gli tirava la barba. Lo zio, agli incontri più recenti, le ricorda ogni volta il simpatico dettaglio.

Raniero Cantalamessa nacque nel 1934 a Colli del Tronto, dove cresceva vivace e allegro. A tredici anni manifestò l’intenzione di prendere i voti, in tanti pensarono che presto avrebbe abbandonato il rigore degli studi seminariali. Invece fu ordinato sacerdote nel 1958 a Loreto, nell’ordine dei Frati Minori Cappuccini. Ha conseguito una laurea in Teologia a Friburgo e una in Lettere Classiche alla Università Cattolica di Milano. Professore ordinario di Storia delle origini cristiane nella stessa Cattolica di Milano. Nel 1980 Giovanni Paolo II lo nominò Predicatore della Casa Pontificia, carica che fu confermata da Benedetto XVI prima e da Papa Francesco poi. Nel frattempo gli vennero conferite tre lauree Honoris Causa. Tante le sue pubblicazioni in molte lingue. Divenne volto e voce nota al grande pubblico dal 1994 al 2009. Quando il sabato teneva su Rai Uno la rubrica Le ragioni della Speranza. Tutti ricordiamo il suo lieto saluto francescano: «Pace e bene!».

C’è un piccolo libro: Quante cose potrei dirti, edito da Mondadori. Oggi introvabile. Padre Raniero Cantalamessa scrive nella prefazione: «Quante cose potrei dirti…! Chi parla così, in prima persona, e a chi parla? Non si tarda a scoprire che è Cristo stesso che, dall’inizio alla fine, si rivolge a una donna del nostro tempo (che è, e resterà per suo volere anonima». Una mistica contemporanea che nel 2000 fa pervenire a padre Raniero le sue pagine. Scritte una al giorno, corrette, con una grande coerenza di contenuto e stile. Sempre usando il tono della leggerezza. «A ciò che sai di me potresti applicare la parola levità… C’è levità nella mia azione verso gli uomini. Io forgio gli uomini come il mare fa con i continenti: ritirandomi». Il sorriso genuino e pronto di padre Raniero con i suoi discorsi profondi, stimolanti, ma sempre gentili sono specchio della levità; diventata nel futuro Cardinale stile di vita e di relazione.

«Il silenzio che vale presuppone un’apertura al mistero e si esprime nelle forme dell’attesa e dell’attenzione, per ascoltare il battito della presenza. È come il grande spazio bianco che sulla pagina restituisce ulteriore intensità alla parola essenziale che hai scritto. È questo il silenzio che amo e scelgo come momento e luogo del mio rivelarmi.» aggiunge Cristo, per mano dell’anonima mistica. E padre Raniero negli ultimi anni vive all’Eremo di Cittaducale, dedicandosi sempre più alla preghiera e alla contemplazione. Attraverso il silenzio, lo stupore, la semplicità aprirsi alla ricchezza dell’amore che diviene assoluto, totale, infinito.

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