Il segreto del galletto d’oro

Lago di Pilato e Pizzo del Diavolo

di AMERICO MARCONI –

Questa è una storia che ho sentito narrare in casa da bambino. Sempre nelle sere invernali davanti al camino. Dove era difficile distinguere chi parlasse: mio padre, il vento imbestialito fuori o la legna che soffiava e sputava ardendo? L’argomento riguardava uomini molto, troppo ricchi. E si diceva, o meglio sussurrava, che alla base di tanta ricchezza ci fosse stato un patto col Demonio. Un patto in cui la persona prometteva la sua anima dopo la morte e otteneva un’illimitata fortuna economica in questa vita.

Nella negromanzia Satana era invocato con particolari rituali e, in cambio dell’anima, consegnava un libro detto Libro del comando. Testo che avrebbe assicurato potere e ricchezza. Nelle Marche il Lago di Pilato, a 1940 metri di altitudine, tra i Monti Sibillini fu rinomato fin dal Medioevo come sede elettiva per tali scambi. Difatti l’isoletta che si forma in estate tra le due superfici d’acqua è denominata Isola del Diavolo. Lì si sottoscriveva, dopo aver tracciato cerchi a terra e pronunciato formule, il temuto patto. L’enorme struttura rocciosa che sovrasta il lago è chiamata il Pizzo del Diavolo. Basta salirne qualche via su roccia, con il lago occhieggiante in basso, per capire che in un luogo tanto isolato quanto affascinante tutto può essere accaduto e tutto può accadere. Le pareti Nord ed Est del Pizzo si congiungono in uno spigolo che nella parte bassa determina un alto monolito roccioso, il Gran Gendarme. Ai piedi del quale c’è una piccola grotta, la Grotta Bivacco. Provvidenziale in caso di maltempo. Un giorno, scappati dalla parete, ci stavamo in quattro e fuori diluviava, tra tuoni e fulmini. Non fu difficile immaginare che in una situazione simile, secoli indietro, cavalieri e negromanti pur di salvare il corpo si sarebbero giocati lo spirito.

Ma è ora che racconti per intera la storia sulla strabiliante ricchezza di alcuni. Il Demonio, a chi l’anima gli aveva promesso, regalava un galletto d’oro. Il galletto aveva piume e penne, grandi e piccole, tutte in oro. Quando servivano meno soldi si staccava una piuma. Se serviva di più si staccava una lunga penna. Ma volta dopo volta finite piume, penne e corpo sarebbe terminata l’agiatezza. Qual’era il segreto? Le piume e le penne rinascevano in una notte. Perciò la fortuna sarebbe stata inesauribile. Babbo aggiungeva che Satanasso non si accontentava dell’anima del richiedente, ma lo costringeva ad ammazzare qualcun altro. Comunque gli individui che avevano scelto di essere dannati potevano essere riconosciuti. Erano grandi bestemmiatori, ricchissimi e con l’occhio assassino. Mia madre, mai d’accordo con questo genere di narrazioni, prima di dormire faceva con me una preghiera all’Angelo Custode.

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