Le scuole di periferia a rischio estinzione. É già aperta la “caccia all’alunno”

di GIUDITTA CASTELLI –

In Italia si sta registrando un calo del tasso di natalità. Il numero di uscenti è più alto di quelli che si iscrivono per la prima volta e il calo si registra soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella primaria.  Come riporta il Corriere della Sera, nel 2015 gli iscritti erano 7.881.632 mentre nel 2019, solo quattro anni dopo, sono 7.599.259. Anche le sedi scolastiche sono meno rispetto a quelle degli scorsi anni. Si parla infatti di quasi 500 sedi chiuse per mancanza di personale e di popolazione scolastica, tra alunni e docenti. Nelle Marche dal 2016 a oggi, ci sono 9.428 studenti in meno.  Anche qui il forte calo di alunni si registra soprattutto nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria. Una situazione che genera preoccupazione, ma ciò non giustifica quello a cui si sta assistendo.

Le Scuole di periferia rappresentano un facile terreno di “caccia all’alunno” da parte degli Istituti Scolastici viciniori ed ancor più quando a contendersi la clientela sono Scuole di Comuni diversi. Allora diventa una lotta senza quartiere dove le parole d’ordine sono “denigrazione” (questa soprattutto verso gli insegnanti), “convincimento” (da parte di chi si investe del ruolo di persuasore), aggregazione (dove vai tu vengo io).

Le “battute di caccia” iniziano già con l’inizio delle lezioni. Se la gara servisse a stimolare le Istituzioni a dare il meglio di sé in termini di strategie didattiche innovative, benessere dei bambini, servizio più efficiente all’area territoriale di riferimento, male non farebbero poiché tutti i Collegi scolastici si attiverebbero in tale direzione. Poi applicando il principio della fisica dei vasi comunicanti nessuno perderebbe o vincerebbe, il sistema rimarrebbe perfettamente in equilibrio.

Purtroppo non è così dal momento che la minaccia di estinzione di poli scolastici storici di periferia o dei piccoli centri dell’entroterra – didatticamente e socialmente ben strutturati e umanamente validi, nonchè punti di riferimento per il proprio quartiere o paese – è un problema reale che spesso si consuma nell’indifferenza dei più, nell’egoismo dei molti. Allora sarebbe il caso che intervenissero anche le Amministrazioni Comunali a tutela delle Istituzioni del proprio territorio. Lasciare il peso dell’Orientamento Scolastico totalmente sulle spalle dei dirigenti scolastici e dei docenti è un atto ingiusto verso quello che rappresenta il futuro dei ragazzi e della Città.

Le diaspore promosse da chicchessia e nell’indifferenza dei più sono pericolose, anche quando si parla di spostamenti di un alunno ad altra scuola senza un buon motivo come, ad esempio, può essere il trasferimento di residenza dei genitori.  Anche se ufficialmente le Open Day o “scuole aperte” di ogni ordine e grado, sono programmate per la fine di novembre, in realtà si è messa già in moto la macchina per l’accaparramento degli alunni che dovranno iscriversi nelle classi prime primarie e secondarie.

Un quartiere che nella “caccia all’alunno” da parte di scuole viciniori, rischia di essere spogliato di parte della sua identità deve stare accorto e ribellarsi nelle sedi opportune. Questo non è etico. Ognuno deve cercare di sostenere il proprio territorio: sia esso quartiere o paese. É bene capire che costruire una scuola ha un valore enorme per una comunità. Che un cittadino ha delle responsabilità verso la comunità di appartenenza anche quando è posto dinanzi alla scelta della scuola per il proprio figlio.

Copyright©2019 Il Graffio, riproduzione riservata