Hospice, Urbinati a Baiocchi: «Il Comitato è davvero apolitico? Faccia chiarezza all’interno del suo gruppo»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nuovo Hospice di San Benedetto del Tronto, il capogruppo in Consiglio regionale, Fabio Urbinati, controreplica ad alcuni esponenti del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” dopo aver già smentito la possibilità di appalto esterno per il personale da destinare alla struttura, come ipotizzato erroneamente dal Comitato nei giorni scorsi. «Mi rivolgo direttamente al dott.Baiocchi, presidente del Comitato, perché faccia chiarezza all’interno del suo gruppo che si è sempre dichiarato apolitico. – afferma Urbinati – Ebbene, dopo una mia risposta nel merito, sull’ipotesi del tutto infondata che il personale del futuro Hospice sia reclutato da una cooperativa privata, con tanto di documenti alla mano, chi risponde a nome del Comitato? Tre politici locali».

«Gli stessi – prosegue Urbinati – che si dichiarano tra i fondatori del Comitato. Dunque si ammette che il movimento cittadino non è apolitico come sempre sostenuto. I tre rappresentanti si trincerano dietro al fatto che sia apartitico e non apolitico. Ma apartitico solo rispetto ad alcune forze dell’arco costituzionale, dato che, come è evidente, alcuni partiti hanno propri referenti, che rivestono ruoli politici ed amministrativi, all’interno del Comitato. Faccio presente che uno dei tre esponenti è stato eletto recentemente consigliere provinciale con i voti dell’attuale maggioranza che governa la Regione».

«Se il comitato – continua Urbinati – intende diventare, legittimamente, un soggetto politico, uno strumento per portare avanti la propria campagna elettorale, non c’è alcun problema, basta che la cosa venga resa pubblica. Di certo, questo significherebbe, però, tradire la missione del Comitato. Rinnovo la mia disponibilità – aggiunge ancora Urbinati – a collaborare con il dottor Baiocchi, come fatto finora, accompagnandolo dalle massime istituzioni sanitarie del nostro territorio, fornendogli i documenti di cui aveva bisogno, ma è indispensabile che faccia chiarezza se il Comitato sia diventato strumento di propaganda politica.  Quando manca trasparenza – conclude Urbinati – mancano i presupposti essenziali per poter decidere nel migliore dei modi, soprattutto quando si tratta della salute dei cittadini».

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