Gli ambientalisti chiedono spiegazioni: «Che acqua scorre nei nostri rubinetti?»

di ROSITA SPINOZZI –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Comitato Ambiente e Salute nel Piceno e Legambiente di Ascoli, sabato 27 aprile nella Sala Consiliare del Comune di San Benedetto del Tronto, hanno incontrato la stampa per focalizzare l’attenzione sulla situazione idrica e di depurazione delle acque che sta interessando il nostro territorio. Il motivo riguarda la ragione per cui sulle bollette risulta che i sambenedettesi bevono acqua di fonte quando, invece, è miscelata anche con quella di pozzo. Da un punto di vista legale potrebbe essere potabile, ma resta il dubbio sulla sua qualità.  Una questione sollevata durante l’incontro al quale sono intervenuti Alfredo Vitali, Massimo Bartolozzi, Nadia Mazzarella e Lorenzo Olivieri, rispettivamente presidente, vicepresidente ed esponenti di Ambiente e Salute nel Piceno; Pietro D’Angelo, ex Presidente della Riserva Sentina, Paolo Prezzavento di Legambiente Ascoli Piceno. Nel frattempo l’Amministrazione comunale ha convocato, in data 2 maggio, un incontro con Arpam, Provincia e Asur, al quale Ambiente e Salute nel Piceno ha chiesto di essere presente al fine di porre alcune domande chiarificatrici, “perché l’acqua prima di essere un bene comune, è un diritto individuale, fondamentale per la vita”.

«Quando ci è giunta la notizia che pompavano nella rete idrica l’acqua tratta dei pozzi di Fosso dei Galli, ci siamo posti la priorità di accedere alle analisi che certificassero l’idoneità, il contenuto e la qualità di queste» spiega Massimo Bartolozzi di Ambiente e Salute nel Piceno «Il presidente Alati della Ciip ha dato tante spiegazioni sulle gravi difficoltà che ha dovuto fronteggiare l’azienda dopo gli eventi sismici del 2016, osservazioni sicuramente plausibili per i danni riportati alle fonti e all’acquedotto. Non è apparso plausibile, però, uscire da quell’incontro senza nessuno dei dati che avevamo richiesto per fare chiarezza. Siamo stati invitati, però, a visitare il potabilizzatore di Fosso dei Galli, cosa che abbiamo fatto. Da questo incontro è emerso che, quella che a noi è sembrata a tutti gli effetti una fabbrica, sia stata realizzata sicuramente con un enorme dispendio finanziario, in uno dei siti ambientali più inquinati del nostro territorio. Ma ancora meno ci è sembrato logico che questa acqua prodotta attraverso un complesso processo industriale, acqua che l’azienda definisce conforme ma che è molto distante qualitativamente da quelle del Pescara, venga a costare per produrla indicativamente sette euro al metro cubo».

«Abbiamo mantenuto sempre aperto un canale di comunicazione con il sindaco Piunti, tramite l’assessore all’ambiente Andrea Traini che, dopo un rapido accesso agli atti, ci ha fornito il tanto discusso documento inviato dall’Arpam al Comune di San Benedetto e alla Provincia di Ascoli Piceno sui risultati delle analisi. Abbiamo, quindi, rilevato che in quel sito l’acqua di falda ha dei parametri di contaminazione. Nonostante i nostri solleciti, a distanza di diverse settimane, ancora non ci sono stati forniti i dati. Visti i gravi dubbi, il sindaco ha convocato per il 2 maggio l’Asur, l’Arpam e la Provincia di Ascoli Piceno. A tal proposito abbiamo chiesto di essere presenti all’incontro, per avere la possibilità di formulare quesiti ed avere risposte su questioni ancora aperte e non chiarite».

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