“Storie in valigia”, una storia italiana vince il concorso per racconti sull’immigrazione a Mar del Plata

di RAFFAELLA CIUFO –

La Municipalità di Mar del Plata ha bandito, per il terzo anno consecutivo, un concorso letterario per racconti brevi inerenti il processo storico e culturale, legato all’immigrazione in Argentina. Le “Storie in valigia” sono storie ispirate ad esperienze personali, famigliari o comunitarie nel contesto migratorio, alle quali si riconosce – così la Municipalità di Mar del Plata – il valore di essere parte dell’identità culturale d’Argentina. Nazione in cui, ogni anno, il 4 settembre si celebra “El Día del Inmigrante”, un giorno di festa nazionale in commemorazione del grande flusso migratorio in arrivo e dell’accoglienza offerta dall’Argentina  – per decreto già nel 1812 –  con “l’immediata protezione agli individui di tutte le nazioni e ai loro famigliari, che desiderino stabilire la propria residenza nel territorio dello Stato”. Questa terza edizione del concorso per racconti brevi è stata vinta da Sebastián D’Ippolito (in foto, durante la premiazione) con la storia di Giovanni, un italiano nato a Tornareccio, in provincia di Chieti.

Al termine della guerra, Giovanni tornò decorato con ben tre medaglie nella sua Tornareccio, denominazione intesa come benevola dai suoi abitanti per il suo senso del “tornare”. Trentenne, Giovanni dovette invece nuovamente lasciarla per cercare fortuna “all’America” del sud, in Argentina, dove trovò da lavorare e una donna con cui metter su famiglia e dalla quale ebbe otto figlie. 

Alla sua partenza da Tornareccio forse lo sfiorò il triste pensiero dell’incertezza di potervi un giorno fare ritorno. Ma certo non immaginò che, scampato alla morte in guerra rimanendo nascosto per giorni in una fossa sabbiosa, fermo immobile fra il mare e i fucili nemici, nel silenzio a respirare sabbia, riarso e assetato sotto un sole cocente, il destino oltreoceano lo avrebbe riportato in una cava, riarso e assetato sotto un sole cocente, a respirare polvere di travertino da estrarre. 

Giovanni lavorò sempre nell’edilizia di Mar del Plata, duramente. Poi, in vecchiaia, amò trascorrere con piacere i suoi giorni accanto all’acqua, al mare, passeggiando lungo il porto; sedendosi sugli scogli a guardare lontano, all’orizzonte dell’oceano, senza però mai provare alcuna nostalgia. In fondo, aveva forse trascorso troppo poco tempo in Italia o forse, chissà, nei suoi pochi ricordi sentiva la madre patria come una madre matrigna, che senza offrirgli nulla l’aveva lasciato andare via. 

Chissà! Perché Giovanni non parlava mai dell’Italia. E la sua tranquilla vecchiaia trascorreva appagata nella serenità  delle sue piccole gioie quotidiane. Gli era rimasto un solo ultimo desiderio : lasciò detto che dopo morto non sarebbe voluto tornare in una fossa, ricoperto di terra. Voleva essere cremato e le sue ceneri sparse al vento.

(per la storia di Giovanni, raccontata da Sebastián D’Ippolito, “Una tarde naranja” https://www.mardelplata.gob.ar/derechoshumanos/valijas-con-historia/relatos/2018/primer-premio

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