Cesare chi? Riflessioni sul “rientro” più social degli ultimi tempi

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Il rientro di Cesare Battisti in Italia è stato l’evento più social degli ultimi tempi. Basta digitare anche solo il nome “Cesare” su qualsiasi motore di ricerca per essere invasi da una serie di scatti degna di un Premio Oscar. In bianco e nero o a colori. Giovane o più maturo. Per strada o dietro le sbarre. Sotto processo oppure a firmare le copie dei suoi romanzi. Dimagrito e con gli occhiali mentre fa la spesa. Tiene in braccio il figlio. Passeggia a testa bassa. Sorride. Piange. E poi in aereo attimo per attimo, quando parla con gli agenti di Polizia, mentre dorme, mentre mangia, mentre scende la scaletta in aeroporto. E tutti i suoi documenti. Il passaporto. La carta di credito. Forse anche la tessera punti del supermercato. Ad attenderlo ben due Ministri di Governo, proprio come accade con le celebrità.

«Ma chi cavolo è questo Cesare Battisti?!» domanda una tizia sotto a uno dei migliaia di post che ne riportano la notizia. E giù tutti gli insulti possibili immaginabili. Ladro. Assassino. Sovversivo. In galera e buttate via la chiave. Quale galera, ci vuole la pena di morte nella pubblica piazza, altrimenti ce lo ritroviamo in televisione. «Se è un tale mostro, perché nessun Paese mai ce l’ha estradato?» insiste la poveretta. E parte una serie di spiegoni sul perché prima la Francia, poi il Brasile gli abbiano dato asilo politico. Lo stesso web che fino a ieri credeva che quella Piazza Cesare Battisti presente quasi in ogni città fosse intitolata a lui, oggi si è scoperta esperta di Diritto internazionale. Qualcuno, per timore di non essere all’altezza di cotanto dibattito, ha visto bene di fare anche un corso accelerato alla Facoltà di Wikipedia sulla regolarità dei processi e sull’uso della tortura da parte della Polizia italiana negli anni di piombo, in modo da poter dare il suo contributo alla gazzarra che ha imperversato sui social nelle ultime quarantotto ore.

Un evento che ha battuto tutti gli indici di ascolto. Quasi più di quanto può fare una catastrofe. Il Governo è ai massimi storici. Ora il nostro Paese si avvia verso la ripresa economica alla faccia di Bruxelles, i disoccupati troveranno non uno ma tre lavori a testa, negli Ospedali i pazienti in rianimazione non mangeranno formiche e i treni arriveranno in orario.

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