Il Coro “La Cordata” di Montalto Marche canta il Vajont

di REDAZIONE –

LONGARONE – Sono trascorsi cinquantacinque anni da quell’immane tragedia che colpì la città di Longarone ed altri paesi della valle del Piave. Alle ore 22,39 del 9 ottobre 1963, 265 milioni di metri cubi di roccia si staccarono dal Monte Toc e finirono nella diga appena costruita, causando una gigantesca onda che scavalcando il muro della diga, attraverso la stretta valle del torrente Vajont, con una forza pari a due bombe di Hiroshima, piombò su Longarone, radendolo al suolo e portandosi via 1918 vittime innocenti. In occasione delle commemorazioni del 55° anniversario il Coro Voci dalle Dolomiti di Longarone ha realizzato il CD “…No sta smentegar!” dove sono raccolte le incisioni dei brani corali dedicati al Vajont anche dai cori “Vallagarina” di Rovereto, “Minimo bellunese” di Belluno, “Kantas” di Longarone, “Codissago” di Longarone, “Arcobaleno” di Limana e “La Cordata” di Montalto Marche. Sabato 6 ottobre 2018 nella Chiesa Monumentale di Longarone, in occasione della presentazione ufficiale del CD, i cori hanno cantato i canti del Vajont, in un percorso meditativo, condotto dalla voce recitante di Don Alessio Strapazzon, commovendo il numeroso pubblico presente che ha concluso il concerto con un lungo interminabile applauso. Il coro montaltese ha eseguito due preghiere friulane ed il brano “Vajont”, canto di ispirazione popolare composto dal suo maestro Patrizio Paci. Il canto Vajont non è un brano pensato, ragionato, nasce da uno stato d’animo: la profonda commozione di chi è colpito emotivamente dal disastro. «Dopo il monologo di Paolini sono rimasto almeno mezzora immobile in atterrito silenzio, scorrevano nella mente le immagini e le fasi della disgrazia, contemporaneamente sgorgavano in maniera spontanea i suoni che le immagini evocavano. Il canto non ha un testo vero e proprio, non ci sono parole di fronte a tale sciagura, non c’è nulla da dire, se non invocare l’Altissimo: Signore fa che non accada più».

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