Largo agli “assaggiatori di Nutella”. Quando Moretti fa rima con Nichetti

di ROSITA SPINOZZI –

La notizia è ghiotta, nel senso più letterale del termine. La Ferrero, il colosso dolciario di Alba, ha pubblicato un annuncio di lavoro che, oltre ad essere il sogno di ogni bambino, credo proprio renderebbe felice ogni essere umano esistente sulla faccia della terra. Trattasi di “giudice sensoriale” (detto così non suscita emozione) ergo “assaggiatore di Nutella” (ecco, adesso tutto assume un altro “sapore”). L’azienda cerca sessanta assaggiatori per testare i semilavorati e le materie prime, a partire da vari tipi di cacao e granella di nocciole, che servono a produrre i dolci più famosi del marchio piemontese. Si lavora due giorni la settimana, la sede è Alba, bisogna avere “familiarità” con il computer, assenza di allergie e – udite, udite!- non viene richiesta alcuna esperienza. Bisogna soltanto assaggiare, vi pare poco? L’annuncio è stato pubblicato dalla Openjobmetis per conto della Soremartec Italia srl, la società di ricerca e sviluppo della Ferrero. Se da un lato questa figura professionale non è di certo nuova, l’aspetto singolare sta nel fatto che l’azienda finora aveva affidato il compito ai dipendenti interni, mentre adesso preferisce testare i suoi prodotti sui non addetti ai lavori. L’annuncio, infatti, parla chiaro: agli aspiranti “giudici” non è richiesta alcuna qualifica o competenza.

La Ferrero s’inchina ai semplici consumatori, fa una scelta “audace” e ben precisa dietro la quale ovviamente c’è un intelligente aspetto strategico perché il consumatore, si sa, ha sempre il coltello dalla parte del manico. Si consiglia di presentarsi “digiuni” da informazioni sugli aspetti nutrizionali e organolettici, perché quello che bisogna fare è semplicemente valutare la qualità della crema di nocciole più amata al mondo. I prescelti, però, dovranno frequentare un corso di formazione della durata di tre mesi, in partenza il 30 settembre, per tenere allenati il gusto e l’olfatto, ma anche per imparare la giusta modalità con cui descrivere le sensazioni percepite dalle loro fortunate papille gustative. Ma non finisce qui, perché i sessanta prescelti diventeranno poi quaranta, a loro volta suddivisi in due “panel” da venti.  Il contratto è part time e “compatibile con altri lavori”.

In tempo di crisi questi lavori, è proprio il caso di dirlo, riempiono lo stomaco. Perché il lavoro, oggi, bisogna un po’ inventarselo. A tal proposito mi viene in mente “Volere volare” il film più riuscito di Maurizio Nichetti, in cui il protagonista (un doppiatore di vecchi cartoni animati americani), s’imbatte in una strepitosa Angela Finocchiaro alle prese con un lavoro ancora più strano del suo, ovvero una sorta di “assistente sociale erotica” di casi clinici: un assurdo professore anziano che amava essere trattato come un bambino; una coppia di anziani necrofili che provava piacere nel mettere in scena, a turno, la morte di uno o dell’altro coniuge; rapinatori sadici, guardoni, cuochi che amavano spalmarla di cioccolata e così via. Alla fine sempre al cioccolato si torna. Dopotutto mette di buonumore. Del resto Nanni Moretti, insegna: indimenticabile la scena del film “Bianca” in cui il regista, nei panni dell’alter ego Michele Apicella, affoga l’ansia in un enorme barattolo di Nutella. Pertanto gli “assaggiatori di Nutella” saranno portatori sani di felicità.

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