Per coltivare la terra non basta più soltanto una zappa. Ci vuole il cervello

di ROSITA SPINOZZI –

Uno strumento per rilanciare il settore dell’agricoltura, valorizzare il territorio e, nello stesso tempo, dare occupazione ai giovani. È un po’ questa, in sintesi, la “mission” della Banca nazionale delle terre agricole, gestita da Ismea e nata con la finalità di costituire un inventario completo della domanda e dell’offerta dei terreni agricoli italiani, che diventano disponibili dopo l’abbandono dell’attività produttiva e prepensionamenti. Il sistema è di facile accesso, garantisce trasparenza, ed ha una corsia preferenziale rivolta ai giovani, per i quali sono previsti mutui agevolati (se la richiesta è effettuata da under 40) messi direttamente a disposizione da Ismea sul suo portale. I primi ettari dei terreni agricoli si possono acquistare tramite uno sportello telematico, come hanno annunciato il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello, e il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina. L’estensione totale è di di 23.073 ettari per 789 potenziali aziende, e si possono già acquistare i primi 8.116 ettari. Le manifestazioni di interesse da parte degli utenti potranno essere presentate fino alle ore 23,59 del giorno 3 febbraio 2018. «La maggior parte dei terreni disponibili è situata al Sud con circa il 68%, al Centro si trova il 24% e al Nord l’8. La Sicilia ha più terreni in vendita, seguita da Basilicata, Toscana, Puglia e Sardegna» ha spiegato Borriello, sottolineando che la Banca delle terre agricole mira a investire nel futuro e ad inserire i giovani in questo sistema produttivo aiutandoli nell’acquisto dei terreni messi all’asta «Sono terreni produttivi, non campi abbandonati, dotati di schede tecniche dettagliate e tecnologicamente avanzate, inserite in un unico sistema informatico. Il valore minimo della vendita dei terreni è di 110 milioni, e queste risorse saranno destinate a favore di giovani imprenditori agricoli, attraverso il primo insediamento, il ricambio generazionale e lo sviluppo aziendale». Per la cronaca, nel 2014 erano circa 55.000 le aziende agricole gestite da giovani imprenditori, mentre oggi il numero è salito a 70.000. Inoltre, le statistiche dicono che un’azienda su dieci under 35 italiane, avviata nell’ultimo anno, opera nel settore agricolo. Sono dati che fanno ben sperare e, in tempi così difficili, aprono uno spiraglio sul mondo del lavoro che vede molti giovani, e non solo, in grandi difficoltà. Non a caso La Banca nazionale delle terre agricola – interamente online – ha registrato un notevole interesse e, negli ultimi mesi, ha raggiunto 137mila visualizzazioni e 16mila utenti registrati. Le risorse derivanti dalla vendita dei terreni saranno totalmente rivolte al sostegno dei giovani agricoltori, chiara dimostrazione di quanto questo progetto abbia lo sguardo rivolto soprattutto al ricambio generazionale, non mancando, però, di conferire un nuovo valore ai terreni pubblici. La procedura per trovare un terreno è semplice, dal momento che il sito www.ismea.it  ha terre geolocalizzate che si possono trovare per regione, oltre alle relative informazioni inerenti la posizione, le caratteristiche naturali, le tipologie di coltivazioni e i valori catastali.  Dopo la manifestazione d’interesse espressa dagli interessanti nel mese di dicembre, a febbraio prenderà il via la procedura competitiva. Un tempo si diceva “braccia rubate all’agricoltura” quando si voleva offendere qualcuno dicendogli, in parole decisamente più pungenti, che era meglio che andasse a zappare la terra anzichè usare il cervello. Oggi non è più così, perché quello dell’agricoltura è un settore di tutto rispetto e in grado di offrire buone prospettive occupazionali. Perché, signori miei, per coltivare la terra non basta più soltanto una zappa. Ci vuole il cervello.