Consigli per gli acquisti

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Sono iniziati i saldi e anche se l’armadio a quattro ante e due piani straborda di indumenti, si ha sempre e comunque la sensazione di non avere niente da mettere. Le mie amiche dicono che non devo fare shopping da sola, perché ho le mani bucate, sono pericolosa per me e per gli altri ed io so che hanno ragione, negli anni ho maturato una discreta esperienza in materia di fregature tanto da poter spargere ai quattro venti le mie perle di saggezza.

ATTENZIONE ALLA BIG BABOL
Si definisce così quel genere di commessa che ti si appiccica come un chewingum appena entri, ti mastica a suo piacimento facendoti acquistare l’impossibile e, quando è arrivata a meta, ti sputa fuori dal negozio. Solitamente accoglie le clienti con un caloroso «Ciao teso’, che cercavi?» Teso’ dovrebbe stare per ‘tesoro’ e siccome è la prima volta che la vedi, provi a superare l’imbarazzo con un sorriso e rispondi il classico «Non ho un’idea precisa, pensavo di dare un’occhiata». Errore fatale. Se confessi di non avere idea di cosa comprare, sarà la commessa a condurti all’acquisto di quello che LEI ritiene perfetto per te, anche a costo di farti uscire dal negozio vestita come l’omino della Michelin.

RICONOSCERE I RICACCIONI
Sono i peggio fondi di magazzino: maxi pull di lana morbida quanto la carta vetrata, mantelle con le maniche a pipistrello, camicie con il colletto alla coreana che somigliano a un busto, pantaloni a vita alta come neanche il secondo tragico Fantozzi. Sono tutti articoli che giacciono imbustati nel magazzino fin da quando è stato edificato il negozio stesso, vengono riesumati ogni 5 gennaio nella speranza che qualcuno li trovi vagamente accattivanti. Talvolta vengono proposti in maniera subdola, tipo a un euro se sono il tuo terzo acquisto della giornata: sappi che poi, quando vorrai disfartene, non andranno bene neppure per l’indifferenziato.

QUESTIONE DI TAGLIA
Sembra una congiura, invece è solo sfiga: quel bel vestito non piaceva solo a te, ma anche a mezza città ed ecco perché non c’è più nella tua taglia. Faresti bene ad accettare la situazione e passare oltre, anziché fare come me che ancora credo alle favole tipo «Il tessuto poi cede» quando è così stretto che neanche respiro, oppure «Quest’anno vanno molto morbidi sui fianchi» quando potrei anche entrarci due volte. Per non parlare delle scarpe. Porto il 38, ma se del tacco dodici dei miei sogni è in sconto solo nel numero 36 sarei capace di mozzarmi le dita dei piedi.

Una volta chiariti i punti essenziali, lo shopping rimane uno dei momenti preferiti. Come scriveva Sophie Kinsella, «Un negozio può risvegliarti la libido per cose che neanche immaginavi di avere bisogno».