Il Balletto di Mosca approda al Teatro Lauro Rossi con “Il lago dei cigni”

di ROSITA SPINOZZI –

Quaranta ballerini in scena rievocano la storia d’amore tra Odette e il Principe Sigfried

MACERATA – “Danziamo, danziamo, altrimenti siamo perduti” diceva l’immensa Pina Bausch, coreografa e ballerina tedesca tra le più note e importanti al mondo. Le Marche obbediscono, e danzano. Anche Macerata non sfugge a questo irresistibile richiamo e, il 30 dicembre alle ore 21, propone al Teatro Lauro Rossi uno spettacolo fuori abbonamento della stagione di prosa 2017-2018. Un evento degno di nota, trattandosi de “Il lago dei cigni” del Balletto di Mosca La Classique, tra le migliori compagnie di danza classica a livello europeo, che si esibisce in una versione coreografica che ricostruisce filologicamente l’opera originaria di Petipa e Ivanov.

In scena quaranta ballerini rievocheranno l’eterna storia d’amore tra Odette e il Principe Sigfried, sullo sfondo di scenografie di notevole impatto visivo e un ricercato uso della luce che permette di ricreare le atmosfere del lago. Visti i presupposti, si preannunciano straordinari i primi ballerini che si esibiranno in virtuosismi tali da restituire la natura del balletto in due atti su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, con direttore artistico Elik Melikov. L’evento – prodotto dal Balletto di Mosca La Classique, in collaborazione con il Dipartimento della Cultura della Città di Mosca  Moskoncert, distribuzione Eventi di Danza – si avvale  delle coreografie di Marius Petipa, i costumi di Elik Melikov, le scenografie di Evgeny Gurenko, maître de  allet Evgenia Novikova, Andrey Shalin.

“Il lago dei cigni” è l’opera più celebre nella storia del balletto. Il libretto di Vladimir Petrovic Begicev è ispirato all’antica fiaba tedesca “Il velo rubato” basata sull’amore tra un principe e una creatura fatata, una vergine-cigno. È stata la prima composizione di Čajkovskij per il Balletto dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, ma la sua realizzazione coreografica definitiva è successiva sia a “La bella addormentata”  (1890) sia a “Lo schiaccianoci” (1892), le altre due grandi opere del trittico composto per i Balletti. Nonostante la prima rappresentazione de “Il lago dei cigni” del 1877 al Teatro Bolshoi si rivelò un insuccesso, la versione definitiva è del 1895 con la coreografia congiunta di Marius Petipa (I e III atto) e del suo allievo Lev Ivanov (II e IV atto, detti ‘atti bianchi’). Il direttore di orchestra di questo secondo debutto al Mariinsky, Riccardo Drigo, aggiunse una propria composizione, il gran pas de deux, ed effettuò delle trasposizioni significative. L’étoile di quello spettacolo? La ballerina milanese Pierina Legnani, che introdusse nel ruolo del Cigno Nero i 32 fouettées.

“Il lago dei cigni” è un prodotto tipico della scuola ballettistica francese, in cui si intrecciano pantomima, i divertissement delle danze folkloristiche del terzo atto, le sfumature malinconiche di Ivanov e l’atmosfera lunare che accompagna l’arrivo di Odette, il doppio ruolo Odette/Odile, cigno bianco e cigno nero, antitesi tra bene e male, tra amor sacro e amor profano, tra luce e tenebra. Questo legame unico di elementi ha permesso che il fascino e la fama del balletto resistano ancora oggi, rendendo questo titolo uno dei più interessanti per gli appassionati del balletto in quanto appaga l’innato bisogno di romanticismo del pubblico. Uno spettacolo veramente imperdibile per gli amanti dell’arte tersicorea.